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128 capo xii.


— Perfidi, Cornelio, e coraggiosi.

— Anche i papuasi?

— Vi sono alcune tribù che non sono più selvagge, avendo avuto frequenti contatti coi nostri compatrioti che visitano sovente il porto di Dorj per acquistare gusci di tartarughe, trepangs, uccelli del paradiso, nidi di salangana, ecc., ma tutte le altre non godono buona fama, ed alcune dell’interno sono antropofaghe.

— La nostra situazione adunque non è migliorata.

— Abbiamo i nostri fucili e sapremo difenderci. Andate a riposarvi e non temete; non perderò di vista quei due punti luminosi.

Il vecchio marinaio ed i giovanotti si stesero in fondo alla scialuppa, su di una coperta di lana ed il capitano si sedette a poppa, alla barra del timone, mentre il pescatore si sedeva presso la scotta della vela.

I due punti luminosi brillavano sempre sull’oscuro orizzonte, quantunque la scialuppa procedesse rapidamente. Pareva che si dirigessero anch’essi verso il nord, seguendo i naufraghi.

Il capitano cominciava a diventare inquieto. Sentiva per istinto che dovevano essere non già due navi, ma due barche e forse montate da pericolosi isolani.

Le seguiva attentamente cogli sguardi, per vedere se s’avvicinavano, temendo un improvviso abbordaggio e dal chinese aveva fatto preparare le armi, per essere pronti alla difesa, ma la distanza non scemava, anzi sembrava che a poco a poco aumentasse, poichè diventavano sempre meno distinti.

Verso le tre uno di quei punti si spense, ma l’altro continuava a scintillare fra le tenebre e pareva che ora tendesse ad avvicinarsi.

— Odi nulla? chiese il capitano al chinese.

— No, signore, ma il fanale mi pare che voglia passarci a poppa.

— È vero, ragazzo mio. Ah! Se non facesse tanto oscuro!... Ma forse è meglio per noi, poichè non dev’essere il fanale d’una nave.

Alle 4 il punto luminoso, che aveva cambiata rotta, passava infatti a poppa della scialuppa, ma ad una distanza di almeno sei o sette miglia, dirigendosi verso l’est.