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104 | capo x. |
passi dalla scialuppa. Un momento di ritardo od una falsa manovra e si sfracellavano su quei frangenti.
— Siamo salvi per miracolo, disse il capitano. Ma dove sarà la costa?...
— Non può essere lontana, zio.
— Ma io non la scorgo all’est, Cornelio. Dovremo lottare fino all’alba fra queste onde che sembrano ansiose d’inghiottirci? Potremo noi resistere fino allora?...
— Zio! esclamò Hans. Guarda laggiù?...
— Cosa vedi?...
— Un vivo chiarore; non lo scorgi tu?
— Un chiarore!... I fanali di qualche nave forse?
— No, si direbbe un incendio.
Tutti volsero gli sguardi nella direzione indicata dal giovanotto e scorsero infatti, ad una grande distanza, una luce strana che spiccava vivamente fra la profonda oscurità.
Non pareva prodotta da un incendio, come aveva dapprima creduto Hans, ma non si poteva lì per lì spiegarla.
Era una specie di nebbia luminosa che aveva dei riflessi d’argento e d’oro, e sotto di essa si vedevano agitarsi delle masse strane, che parevano d’argento fuso venato di verde pallido o solcato da strisce di porpora.
— Cosa succede laggiù? chiesero Hans e Cornelio.
— Si direbbe che il mare fiammeggia disse Wan-Horn, che si era alzato, pur tenendo sempre, tra le robuste mani, la barra del timone.
— Che avvenga qualche fenomeno a noi sconosciuto? si chiese il capitano.
— O che arda, su qualche costa, una grande foresta? chiese Cornelio.
— Si vedrebbero delle fiamme disse il capitano. E poi con questo vento impetuoso, le scintille si eleverebbero a grande altezza, mentre io non ne scorgo.
— Che avvenga laggiù qualche eruzione vulcanica?
— Io non ho mai veduto alcun vulcano su queste coste, Cornelio.
— E poi, disse Wan-Horn, quella luce sarebbe alta, mentre appare a fior d’acqua.
— Si direbbero onde luminose disse il capitano, dopo d’aver osservato con maggior attenzione. Guarda, Horn, come si agitano, s’alzano, si abbassano e si sfasciano.