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l’uragano 103


— Sei certo di non esserti ingannato, Cornelio? chiese questi.

— No, zio, l’ho veduta perfettamente.

— Dinanzi a noi?

— Verso il nord-est.

— Lontana?

— Forse tre miglia.

— È la costa della Terra di Torres: badiamo a non urtare contro qualche scogliera, Horn.

— Sono pronto a virare di bordo, signore.

— Approderemo, zio? chiese Hans. Comincio ad aver paura.

— Hai dimostrato fin troppo coraggio per la tua età, povero ragazzo, ma è l’ultima prova. Se la costa è dinanzi a noi, troveremo un qualche rifugio. La vedi, Cornelio?

— No, ma mi pare di udire dei muggiti laggiù, e che mi sembrano prodotti dallo sfasciarsi delle onde contro una costa od una scogliera.

— Che ci siano dei frangenti dinanzi a noi? Navighiamo in un golfo che è poco conosciuto e che abbonda di scogliere corallifere.

Abbandonò la scotta della vela al giovane pescatore e malgrado le scosse furiose che subiva la scialuppa, raggiunse Cornelio. Guardò innanzi a sè, ma non vide che onde mostruose; però, tendendo gli orecchi, udì distintamente dei muggiti ben diversi da quelli prodotti dalle onde quando si urtano fra di loro.

— Sì, diss’egli, vi è una terra od una scogliera presso di noi; attendiamo un lampo.

Non aspettò molto. Poco dopo un lampo abbagliante solcava le tempestose nubi, illuminando il golfo fino agli estremi limiti dell’orizzonte. Un comando precipitato uscì dalle labbra dell’olandese.

— Scogliera dinanzi a noi!... All’orza la barra, Wan-Horn!

Il vecchio marinaio ricacciò la barra a babordo senza perdere un istante e la scialuppa fuggì verso il nord, mentre il chinese lasciava scorrere tutta la scotta della vela.

Al chiarore di quel lampo, Wan-Stael e Cornelio avevano veduto una scogliera ergersi fra le onde, a soli cinquecento