Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
72 | emilio salgari |
— Qui ci sono certamente dei soffioni forse simili a quelli che si vedono in Toscana, nei pressi delle salse di Nirano ed in quelle di Sassuolo.
— Cosa sono questi soffioni?
— Dei vulcanelli...
— Per mille merluzzi! E voi volete andarli a vedere?
— Non sono che dei vulcanelli di fango, affatto innocui. Non vi è alcun pericolo ad avvicinarli.
— E non eruttano lave?
— No, Vincenzo. Si accontentano di soffiare fuori dell’argilla e un po’ di gaz. Qualche volta spruzzano anche un po’ d’acqua bollente mescolata a dell’acido borico.
— Allora andiamo a vedere.
La scialuppa era giunta presso la spiaggia. Michele l’assicurò con una doppia fune alla punta di uno scoglio, per tema che l’onda prodotta dal cambiamento della marea la strappasse una seconda volta, poi tutti quattro s’arrampicarono sulle scogliere, portando con loro le lampade.
I fischi e gli scoppiettìi continuavano, accompagnati talvolta da un sordo boato. Un acuto odore di gas si espandeva per la caverna, facendo sternutare fragorosamente i tre pescatori ed anche il dottore.
Attraversate le prime rocce, essi si trovarono improvvisamente dinanzi ad un ammasso di fango ancora semiliquido, il quale circondava un cono dell’altezza di cinque o sei metri.
Era dalla cima di quel vulcanetto che uscivano fischi e brontolii e di quando in quando dei getti di materia nerastra, accompagnata da spruzzi d’acqua fumante.
— È questo il vulcanello? — chiese padron Vincenzo, stupito.
— Sì — rispose il dottore. — Ne scorgo però degli altri più piccoli laggiù.
— E cosa c’è dentro a questi coni?
— Lo vedete: del fango caldo.
— E non udite questi scoppiettìi che salgono fra quei crepacci? — disse Michele.
— Sono fughe di gaz — rispose il dottore, abbassando la lanterna. — Guardate: non vedete quelle gallozzole che montano fra il fango e che scoppiano?
— Sì — disse Vincenzo.
— Provate ad accostare un zolfanello acceso.
Il pescatore, dopo una breve esitazione, obbedì e vide quelle bolle prendere subito fuoco e scoppiettare.
— Questa è strana! — esclamò. — E non vi è alcun pericolo che i gaz, nascosti sotto questo fango, prendano fuoco e ci gettino in aria.
— Oh!... Nessuno.
— Nemmeno questi vulcanetti non possono causare dei malanni?...
— Eh!... Talvolta sono diventati pericolosi quanto i grandi vulcani.
— Questi giuocattoli!...