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i naviganti della meloria 59

Michele e Vincenzo, lontani cinque passi l’uno dall’altro col coltello ben stretto nella destra, spiavano attentamente le mosse del mostro. Nuotavano lentamente, pronti a tuffarsi per sottrarsi all’urto.

— Guarda! — mormorò ad un tratto padron Vincenzo.

Lo squalo si era fermato e li fissava con quei suoi occhi azzurro cupi, che scintillavano stranamente fra le acque luminose. Quel brutto sguardo aveva un fascino pauroso.

D’improvviso lo squalo, con un poderoso colpo di coda che sollevò un’ondata, si scagliò contro Michele che era il più vicino.

Vedendoselo venire addosso, il pescatore fu pronto ad immergersi, ma appena vide passarsi sopra quel grosso corpo, rapido come il lampo, vibrò il colpo.

La lama aguzza e taglientissima, s’immerse tutta nel ventre del mostro, producendo uno squarcio orribile. Un getto di sangue irruppe, oscurando le acque luminose.

Quasi nel medesimo istante, padron Vincenzo, vedendo l’avversario a buon tiro, vibrava due colpi di coltello, uno più formidabile dell’altro.

Lo squalo, col ventre squarciato ed il muso replicatamente traforato, balzò più di mezzo fuori dall’acqua, poi si immerse rapidamente e scomparve negli abissi della grande caverna, lasciandosi dietro una striscia sanguinosa.

I due pescatori erano subito ritornati a galla.

— Sei ferito! — aveva chiesto padron Vincenzo a Michele.

— Nemmeno una graffiatura, padrone — aveva risposto il giovanotto.

— Credo che quel maledetto mangiatore d'uomini ne abbia abbastanza. Signor Bandi!

— Vincenzo! — rispose la voce lontana.

— Lo squalo ha avuto il suo conto.

— Siete salvi!

— Sì, dottore.

— Alla scialuppa!

— Subito, signor Bandi.

I due pescatori certi ormai non venire più disturbati, si erano messi a nuotare vigorosamente, ansiosi di giungere alla scialuppa. Ormai poco si fidavano di quelle acque, poichè come era salito, seguendo il tunnel, quel pescecane, altri potevano averlo imitato.

Cinque minuti dopo i due pescatori abbordavano l’imbarcazione. Pareva che nulla avesse sofferto dall’ondata che l’aveva strappata alla spiaggia; solamente le casse ed i barili si erano spostati accumulandosi verso prora.

Michele e padron Vincenzo salirono a bordo con molte precauzioni onde non rovesciarla o guastare il tessuto e presi i remi si diressero verso la piccola cala.

Il dottore segnalava l’approdo accendendo dei cerini.

Quando sbarcarono, il signor Bandi abbracciò entrambi, dicendo con voce commossa:

— A voi dobbiamo la nostra salvezza.