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30 | emilio salgari |
Il signor Bandi si ritrasse per fargli posto. Il lupo di mare prese la torcia e la porse innanzi più che potè, guardando, non senza un brivido di terrore, quel fiume nero che muggiva sotto l’apertura della caverna.
Quantunque la luce della torcia non potesse espandersi molto, anche in causa della corrente d’aria che faceva oscillare vivamente la fiamma, il pescatore vide confusamente una gigantesca galleria che s’apriva verso levante, un tunnel colossale che avrebbe potuto bastare al passaggio d’un vascello di grandi dimensioni, ammettendo che l’acqua fosse stata tanto profonda da permettergli di navigare.
— È incredibile — disse il pescatore.
— È meravigliosa — rispose il dottore.
— Quanti metri credete che vi siano fra la vôlta del tunnel ed il pelo dell’acqua?
— Almeno una dozzina.
— Tanto da permettere il passaggio ad una corazzata che sia stata privata dell’alberatura.
— Sì, Vincenzo.
— E l’acqua sarà molto profonda?
— Lo suppongo.
— Scorre da levante a ponente, è vero?
— Sì, Vincenzo.
— Allora quest’acqua viene dalla palude?
— Lo credo.
— Vi è però una cosa che mi sorprende, dottore.
— E quale?
— Come mai l’aria è respirabile? Qui dovrebbe mancare, o quasi.
— Forse filtra attraverso a migliaia di fessure aperte nel suolo.
— Allora questa galleria deve avere delle comunicazioni coll’esterno.
— Certamente, ma chissà dove.
— Signor Bandi, non ho mai amato le tenebre, pure sono impaziente di navigare su questo fiume nero.
— Domani noi ci seppelliremo nelle viscere della terra. Ritorniamo e facciamo i nostri preparativi.
— La nostra scialuppa però non può passare per la galleria della rupe? Bisognerebbe farla a pezzi e poi ricostruirla, un lavoro molto difficile, dottore.
— Vi ho detto che noi non avremo bisogno della scialuppa. Ho pensato a tutto.
— Andiamo a scaricare le vostre casse, adunque, e vedere il vostro battello.
Lasciarono la caverna e rifecero la via percorsa, giungendo ben presto all’esterno.
I due marinai, durante la loro assenza avevano già sbarcato tutte le casse e le avevano accumulate in modo da formare un riparo sufficiente per potervi passare la notte, avendo tesa anche una grande coperta di tela cerata.
Il dottore e padron Vincenzo, dopo d’averli informati del felice esito