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22 emilio salgari

costanze inaspettate non glielo avessero impedito. Venezia non avrebbe certamente potuto resistere ad una flotta che fosse improvvisamente comparsa nelle sue lagune.

— Ma da dove?

— Da un canale sotterraneo comunicante col Tirreno.

— Quale idea?

— Splendida, Vincenzo.

— Ma bisognava scavarlo, quel canale.

— È stato scavato.

— Eh! Volete scherzare, dottore?

— Vi dico che il capitano Gottardi lo ha fatto scavare, e che deve esistere ancora.

— Mi stupite, dottore.

— Ascoltatemi, Vincenzo. Il documento narra che il capitano Gottardi, ricchissimo, ideato il grandioso progetto, lo mise in esecuzione, aiutato da cinquecento schiavi africani. L’enorme lavoro sotterraneo fu compiuto in otto anni e felicemente, a quanto sembra, aprendo un tunnel capace di permettere il passaggio alle più grosse galere, e terminante presso Brondolo. Sembra che nessuno avesse avuto sentore della grande opera sotterranea, avendo il capitano Gottardi avuta la precauzione, dopo terminati gli scavi, di ricondurre tutti gli schiavi in Africa e d’internarli nel deserto e di far giurare, ai suoi pochi compagni genovesi, di mantenere scrupolosamente il segreto. Qui però la cosa diventa un po’ oscura. Scrive quel grand’uomo che giunto nella valle del Brenta, in un luogo ben delineato sul disegno del canale, venne preso da alcuni marinai della repubblica veneta...

— E poi? — chiese padron Vincenzo, vedendo che il dottore s’era arrestato.

— Poi non si sa nulla; il documento qui finisce.

— Non dice perchè il disegno fu gettato nell’Adriatico?

— No.

— Che quel capitano, temendo che i veneziani gli carpissero il disegno, l’abbia gettato appositamente in mare?

— È probabile, Vincenzo, — rispose il dottore, — tanto più che la scoperta di quel canale poteva costituire un gravissimo pericolo per la repubblica genovese.

— E perchè, signor Bandi?

— Se i veneziani avessero appreso l’esistenza di quella galleria, ne avrebbero certamente approfittato per condurre le loro flotte, ed in brevissimo tempo, dinanzi alla repubblica rivale.

— È vero, signor Bandi. Non vi avevo pensato.

— E di tesori non se parla? — chiese Simone Storvik.

— Ma la tua è una vera fissazione — disse padron Vincenzo, con stizza. — Credi tu che ogni galleria o caverna debba contenere delle ricchezze per far piacere a te? Finiscila con queste istorie.

Il dottore non aveva nemmeno fatto attenzione alla domanda dello