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i naviganti della meloria | 189 |
allo sbocco della galleria!... Guardate là, dinanzi a noi!... Vedo un lieve chiarore!...
Il dottore si volse. No, non era una illusione d’ottica, nè una allucinazione.
Ad una grande distanza, uno sprazzo di luce scialba si proiettava sulle tenebrose acque del canale.
— Amici... — esclamò, con voce soffocata. — Il nostro viaggio sta per finire!...
— Che non c’inganniamo, dottore? — chiese padron Vincenzo, che stentava a credere a tanta fortuna.
— No, è proprio luce e luce di sole!...
— Da dove viene?
— Lo sapremo presto: nuotate forte.
I quattro uomini tenendosi con una mano aggrappati alla zattera, si misero a spingere le tavole per affrettarne la corsa.
La luce intanto aumentava. Ora i quattro esploratori vedevano le acque a scintillare come se fossero cosparse di pagliuzze d’oro.
Ben presto lo sbocco del canale apparve. Esso si mostrava come un arco ma era così basso che la luce vi entrava a malapena. Forse a marea alta doveva venire completamente sommerso.
Come mai esso appariva così piccolo in proporzione all’ampiezza del canale?... La spiegazione l’ebbero ben presto.
Le vôlte, a circa duecento metri dallo sbocco, cominciarono ad apparire diroccate, mentre delle rupi enormi sporgevano dall’acqua. Era avvenuto un abbassamento del suolo oppure il capitano Gottardi le aveva frantumate a colpi di mina, dopo d’aver introdotta la galea per impedirne agli altri l’accesso o per rendere difficile l’esplorazione?... Chi poteva dirlo?...
Di passo in passo che gli esploratori si avanzavano gli ostacoli aumentavano. Le rupi cadute dall’alto, rendevano la navigazione sempre più difficile.
A cinquanta metri dallo sbocco, la zattera si arrestò.
Le rocce e le scogliere erano allora così numerose da impedirle di passare.
Le vôlte erano tutte diroccate e anche le pareti mostravano dei crepacci enormi.
Il dottore, padron Vincenzo ed i due pescatori, dopo un breve consiglio decisero di abbandonare il loro galleggiante e di raggiungere a nuoto lo sbocco della galleria.
— Dottore, — chiese padron Vincenzo, — dove credete che noi sboccheremo?
— Nel golfo della Spezia — rispose il signor Bandi. — Lasciatevi andare, amici!... Ormai non correremo più alcun pericolo.
Abbandonarono le tavole e nuotando fra le rocce in pochi minuti raggiunsero l’uscita della galleria. Essendo allora la marea alta, l’ultima arcata era così bassa da non permettere l’entrata nemmeno ad una scialuppa.
Ciò spiegava come quel meraviglioso canale fosse sfuggito per tanti secoli ai pescatori ed ai naviganti del golfo. Forse alcuni avevano esplo-