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i naviganti della meloria 169

— Non ci mancherebbe che questa per compiere l’opera — rispose padron Vincenzo. — Se avessi saputo prima che la galleria era stata ridotta in così pessimo stato, avrei prese delle precauzioni.

— Che cosa avreste fatto, Vincenzo?

— Avrei costruito un secondo ponte per difendere le nostre teste.

In quel momento a prora avvenne un urto così violento da mandare i quattro esploratori a gambe levate.

— Uno scoglio? — chiese padron Vincenzo, rialzandosi prontamente.

— Un ingombro — rispose Michele, che si era spinto a prora.

Il dottore guardò in alto e vide che un tratto enorme della vôlta era precipitato, lasciando un vuoto immenso.

— Adagio, amici — disse. — Qualche nuova frana può avvenire.

— Ed il canale comincia a diventare ingombro — disse padron Vincenzo. — Il passaggio non sarà facile.

— A sinistra mi pare che vi sia acqua sufficiente — osservò Michele.

– E più innanzi la galleria è chiusa — gridò Roberto.

— La frana? — chiese il dottore.

— Silenzio!... — disse padron Vincenzo. — Odo un gorgoglìo laggiù.

Tutti tesero gli orecchi.

Cinquanta passi più innanzi s’udiva l’acqua a muggire e scrosciare come se precipitasse attraverso a dei stretti passaggi.

— Udite? — chiese padron Vincenzo.

— Sì — rispose il dottore.

— La frana è là.

— Ai remi amici e guardate in alto, se non volete venire schiacciati.

Avendo trovato sulla loro destra un passaggio, spinsero la zattera da quella parte e girarono l’ostacolo costituito da un ammasso di macigni precipitati dall’alto.

Percorsi quaranta o cinquanta passi essi si trovarono dinanzi ad un ammasso enorme di pietre e di rocce il quale otturava completamente la galleria.

— Non si può andare più innanzi — disse Roberto che si trovava a prora.

— Vediamo — disse il dottore. — Chissà che qualche passaggio esista.

— Per noi forse, non per la nostra zattera.

— Si può scioglierla e ricostruirla poi. Fortunatamente non abbiamo una scialuppa invece di questa zattera.

«Fammi un po’ di luce, Roberto.

Il giovane pescatore prese la secchia ripiena di catrame e l’alzò, proiettando la fiamma sulla frana.