Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
138 | emilio salgari |
— Delle frane!
— Andiamo a vedere — disse il dottore.
— Che sia invece lo slavo? — disse Michele.
— Nessuno di noi ha riveduto la lanterna.
— È vero dottore, ma può essere sceso nel torrente per avvicinarsi di nascosto.
— Lasciamo qui le nostre lampade onde ingannarlo e cerchiamo di avvicinarci alla fenditura.
— È meglio che Michele e Roberto rimangano qui, dottore — consigliò padron Vincenzo. — Le lampade rappresentano la nostra salvezza.
— Sia — rispose il signor Bandi. — Andremo noi due in perlustrazione.
Raccomandarono ai due pescatori di fare buona guardia, lasciarono loro una delle due rivoltelle, poi si misero a strisciare in direzione del torrente.
I tonfi continuavano, non vicini però. Pareva che il suolo franasse nel torrente a cinque o seicento passi più in su dell’accampamento.
Si trattava d’un franamento naturale o provocato dallo slavo? Ecco quello che si chiedevano con una certa ansietà il dottore e padron Vincenzo.
— Io non sono tranquillo — diceva il lupo di mare. — Sento per istinto che quel brigante di Simone tenta di giuocarci un pessimo tiro.
— Cosa vuoi che faccia?
— Io non lo so, pure comincio ad aver paura. Quell’uomo è stato molto tempo minatore nei bacini carboniferi dell’Arsa e di Rabaz della penisola istriana e può ideare qualche atroce vendetta contro di noi.
— Hum! Bisognerebbe che avesse a sua disposizione dei mezzi potenti.
— Noi non abbiamo trovato nulla nella sua cassa. Chissà dove aveva nascosto il contenuto e di che cosa si trattava.
— Non createvi soverchi timori, Vincenzo.
Erano allora giunti presso la sponda del torrentaccio, una sponda quasi tagliata a picco che non si poteva discendere senza correre il pericolo di fare un brutto capitombolo.
Il signor Bandi ed il lupo di mare guardarono verso l’alto corso di quell’impetuoso fiume, ma non videro brillare la lanterna rossa dello slavo.
— Nulla — disse padron Vincenzo. — Eppure i tonfi continuano.
— Forse questo corso d’acqua descrive delle curve — disse il dottore. — Bisognerebbe risalirle fino al luogo ove avvengono le frane.
— Un’impresa difficile senza una lampada.
— Se si potesse scendere nel torrente?
— Mi pare che sia troppo impetuoso per poter affrontare le sue acque e fors’anche assai profondo.
— Vediamo, Vincenzo.
Accese un cerino e diede fuoco ad un pugno di canapa incatramata e lo lasciò cadere nella spaccatura.