Pagina:Salgari - I naviganti della Meloria.djvu/136

134 emilio salgari

— Che l’impresa mi pare pericolosissima. Noi non abbiamo trovato sulla zattera il fucile.

— Temete che lo abbia ancora Simone?

— Sì, dottore.

— La cosa sarebbe grave.

— Tanto più che noi abbiamo le lampade, mentre egli può avvicinarsi a noi senza poterlo scorgere in tempo per difenderci.

— E vorreste abbandonarlo?

— No, dottore, non domando questo. Mi parrebbe ora di commettere un delitto.

— Che cosa fare adunque?

— Io non lo so.

— Aspettare che la fame lo sfinisca? — si chiese il dottore. — Io dubito che abbia con lui dei viveri.

— E se in questo frattempo viene a moschettarci?

— Ci difenderemo come potremo, Vincenzo — rispose il dottore.

— Silenzio! — esclamò in quell’istante Roberto.

— Ritorna!

— Non credo dottore ma... non udite?

All’estremità della caverna si udivano dei colpi sordi che parevano prodotti da un piccone percuotente le rocce.

— Che quel pazzo cerchi il suo tesoro? — disse Vincenzo.

— È probabile — rispose il dottore.

— Se approfittassimo per cercare di avvicinarlo?

— Bisognerebbe però lasciar qui le lampade, altrimenti ci tradirebbero. Avete paura a seguirmi?

— Siamo pronti a tenervi compagnia — dissero i tre pescatori.

— Allora andiamo. Prendete qualche fune e non dimentichiamo le armi. Coi pazzi non c’è da scherzare.

Piantarono una torcia dietro ad una rupe per far credere al pazzo di essersi accampati colà, si empirono le tasche di viveri non potendo sapere quanto avrebbe potuto durare quella caccia all’uomo, presero le due lampade di sicurezza già precedentemente spente e si misero in marcia seguendo le rive del lago sotterraneo.

S’avvidero ben presto però che l’impresa non era così facile come avevano creduto. Non avendo alcun punto luminoso che servisse loro di guida, era assolutamente impossibile tenere una direzione costante fra quella fitta oscurità. Ogni pochi passi l’uno o l’altro piegava a diritta od a manca, quasi senza accorgersene e penavano non poco a riunirsi ai compagni.

Per di più le rive del lago erano così frastagliate ed ineguali, da provocare dei frequenti capitomboli, a rischio di ricevere qualche scarica dal pazzo. Furono quindi costretti ad accendere una delle due lampade per rischiarare un po’ la via. Vincenzo però, l’aveva coperta col suo berretto in modo da poter intercettare, da un momento all’altro, la luce.

Procedendo lentamente e con precauzione, dopo d’aver varcato nu-