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– Che alludessero a noi? – si chiese l’olandese con inquietudine.

– Non può ingannarsi, signore – disse il siciliano. – Cercavano di sorprenderci, credendoci ancora a bordo dell’Oregon.

– Ma erano i pirati?...

– Lo temo.

– Che abbiano fatto prigioniero O’Paddy?...

– È probabile.

– Allora cercheranno di sorprenderci anche qui.

– Senza dubbio, signor Held.

– Cosa mi consigliate di fare?...

– Abbandonare prontamente questa sponda e rifugiarci nella foresta.

– Con questa oscurità?... E le fiere?... E poi come inoltrarci fra quei vegetali che non hanno passaggi?...

– Signor Held – disse Amely. – Risaliamo la costa verso il nord. Domani mattina ci ripareremo nella foresta.

– Credo che sia il consiglio migliore. Vi sono molte scogliere e potremo celarci in qualche luogo.

– Ed anche delle caverne – disse il soldato. – Dove vi sono le rondini salangane, se ne trovano sempre.

– Allora mettiamoci in marcia senza perdere tempo.

– Siamo pronti – risposero Amely e Dik.

– Voi aprite la marcia, signor Held – disse il siciliano. – Io rimarrò ultimo per proteggere la ritirata, e guai al primo pirata che giunge a portata della mia carabina.

Raccolsero le armi ed i viveri e si misero in cammino, seguendo le alti rupi della spiaggia.


CAPITOLO XII.

Una notte angosciosa.


La via era aspra, interrotta da crepacci, da sterpi, da macigni e da roccie d’ogni mole, resa più difficile della cupa ombra che proiettava l’imponente foresta, ma i naufraghi acceleravano la marcia. Quel pe-