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92 emilio salgari


ciavano la presenza di serpenti, delle lievi grida come soffocate, dei sospiri rauchi e in lontananza echeggiavano di tratto in tratto dei clamori che parevano emessi da qualche banda di scimmie.

Il signor Held, il soldato, Amely ed il piccolo Dik, sdraiati ai piedi di un grosso cedro, colle armi a portata della mano, prestavano attento orecchio a tutti quei rumori che potevano annunciare un pericolo imminente, ben più temibile dei pirati malesi.

Non ignoravano che nelle cupe foreste di quella grande isola si celano delle superbe tigri, non meno sanguinarie di quelle del Bengala, quantunque di dimensioni più piccole; degli elefanti selvaggi, dei formidabili rinoceronti, e gli orang-outang, scimmie dotate di una forza erculea, alte più d’un uomo, munite di denti lunghissimi e quanto mai pericolose; come pure non ignoravano che là sotto vivono i Dayaks, i famosi tagliatori di teste, ed i Bagiassi, non meno feroci, anzi antropofagi.

Per tema di attirare l’attenzione di quei selvaggi figli delle foreste, non avevano osato accendere il fuoco, quantunque sapessero che questo li avrebbe protetti almeno contro le fiere.

– Preferirei essere ancora a bordo del rottame – disse il siciliano, che aguzzava gli sguardi sotto la cupa boscaglia. – Quest’isola gode una fama così pessima, che si desidererebbe esserne lontani mille miglia.

– Quella foresta mi fa paura – disse Amely stringendosi al petto Dik. – Mi pare di veder uscire, da un momento all’altro, qualche tigre.

– Abbiamo delle buone carabine, Amely – rispose il signor Held. – Quando si è armati non si deve aver paura, e poi non credere che le fiere osino sempre assalire gli uomini.

– Ma non udite questi rumori, signor Held?

– Sì, ma non m’inquieto. Non è la prima volta che passo una notte in mezzo ai boschi popolati d’animali selvaggi.

– Guardate, signor Held – disse in quell’istante Dik. – Non vedete quei fuochi, quelle fiammelle che si agitano laggiù, nella parte più oscura della foresta?...

– Non sono fiammelle, sono lucciole, specie di lampyrus, splendidissime. Sono così belle e dànno una luce così viva, che le eleganti malesi le racchiudono in globetti di vetro, per puntarsele poi nei capelli con degli spilloni d’argento.