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68 | emilio salgari |
– V’è un cannone a bordo – disse il soldato. – Se sarà necessario, lo faremo tuonare contro quei pirati, signorina. Io so manovrarlo e... Oh!... Un urto?... Mi pare che l’Oregon abbia toccato!
Infatti lo steamer aveva provata una scossa, come se colla chiglia avesse toccato un ostacolo. Nella stiva si era udito un sordo rombo.
– Ehi!... Soldato! – urlò O’Paddy, che non aveva lasciato il timone. – Siamo già sugli scogli?...
Il siciliano si curvò sulla murata di prua e guardò le acque con profonda attenzione.
– Le onde sono azzurre – disse poi. – Se vi fosse un bassofondo sarebbero giallastre.
– Che abbiamo toccato l’estremità d’un’alta rupe subacquea?...
– Non scorgo nulla, capitano.
– Fulmini di Giove!... Mi rincrescerebbe che l’Oregon si spaccasse qui!... Apri gli occhi, marinaio, e segnalami le scogliere.
Lo steamer, spinto dalle onde, s’avanzava sempre verso la costa o per meglio dire contro quella lunga fila di rocce che appariva a fior d’acqua. Si rialzava pesantemente sotto i colpi di mare, ricadeva come corpo morto e tendeva a virare sul tribordo, malgrado gli sforzi di O’Paddy, il quale teneva sempre la ruota del timone.
Il mare muggiva rabbiosamente contro quegli ostacoli che si opponevano alla sua corsa disordinata. I marosi balzavano innanzi con impeto irresistibile, accavallandosi gli uni sugli altri, si frangevano con mille scroscii, con detonazioni paragonabili allo scoppio di vari pezzi d’artiglieria, rimbalzavano lanciando in aria immensi sprazzi di spuma e ritornavano all’assalto con maggior lena.
Held, Amely ed il piccolo Dik contemplavano con ansietà quelle onde ed attendevano, trepidanti, l’ultimo urto della nave. Per precauzione si erano passati attorno al corpo il salva-gente che il soldato aveva dato a loro, per poter rimanere a galla nel caso, molto probabile, che l’Oregon si sfasciasse e colasse a picco ai piedi delle scogliere.
– Tenetevi presso di me – disse l’olandese ad Amely ed a Dik.
– Lasciate a me la cura di salvare la signorina – disse il siciliano. – Nuoto come un pesce e le onde non mi fanno paura. Voi incaricatevi del ragazzo, che è più leggero.
– Grazie, bravo giovanotto.
– Vi raccomando di non lasciare la nave che all’ultimo momento. Se si fracassa, troveremo dei rottami ai quali potremo aggrapparci.