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i naufragatori dell'«oregon» | 67 |
nerastre sorgevano fra la spuma. Le onde si sfasciavano con impeto irresistibile su quegli ostacoli, producendo delle contro-ondate spaventose.
– Andremo a urtare, signor Held? – chiese Amely con voce tremula.
– Sì, fanciulla mia, e temo che l’urto sia tremendo – rispose l’olandese.
– Resisterà, l’Oregon?
– Chi può dirlo?... Fortunatamente la spiaggia sarà vicina.
– Vedo che l’acqua è assai torbida laggiù – disse il soldato.
– Volete dire che vi sono dei bassifondi.
– Sì, signore.
– E che la nave s’incaglierà?...
– E senza sfracellarsi, almeno pel momento.
– Noi dunque potremo attendere che l’uragano cessi, prima d’intraprendere lo sbarco.
– Così spero.
– Ma dopo, dove andremo? – chiese Dik.
– Lo si vedrà – rispose Held. – Possibilmente cercheremo di guadagnare gli stabilimenti dei nostri compatriotti.
– Ma temo che siano lontani – disse il soldato – e poi ci lasceranno tranquilli gl’indigeni? Temo, signore, che ci attendano delle brutte avventure su quella terra.
– Sono cattivi i costieri del Borneo? – chiese Amely.
– Chi più o meno palesemente, esercitano tutti la pirateria – rispose Held. – Molte sono state le navi depredate da quei corsari e molti gli equipaggi massacrati. Cominciarono nel 1700 a dare addosso alle navi europee, uccidendo pel primo il capitano Padler; poi trucidarono l’equipaggio d’una nave inglese nella baia di Varauni; nel 1800 assalirono e sterminarono i marinai del capitano Panin; nel 1803 macellarono, per la seconda volta, i coloni inglesi di Balembangan, poi continuarono ad assalire vascelli nel 1806, nel 1810 e nel 1811 e ancora oggi, di quando in quando, quegli arditi schiumatori del mare lasciano i loro porti per assalire i navigli, non ostante la sorveglianza attiva degli incrociatori olandesi e inglesi.
– Corriamo adunque il pericolo di venire anche noi assaliti – disse Amely, rabbrividendo.
– Ci difenderemo, ragazza mia.