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i naufragatori dell'«oregon» | 45 |
a War-Baer tanto premeva che scomparissero in fondo al mare e che valevano un milione. Ah!... Se avesse potuto carpirli!... Ma quell’Held non doveva essere uomo da lasciarseli portare via.
Alle cinque del mattino, mentre verso oriente una pallida luce cominciava a mostrarsi, tingendo le onde di riflessi madreperlacei, un uomo raggiunse l’irlandese, toccandogli le spalle: era il malese.
– Ebbene, Aier-Raja? – chiese O’Paddy.
– Ho finito, padrone.
– Nessuno potrà lasciare lo steamer?
– No, padrone.
– Cos’hai fatto?
– Una cosa semplicissima.
– Parla, furfante.
– Udite?...
Il comandante, proprio in quell’istante, aveva gridato:
– Preparate le scialuppe!...
– Con queste onde? – chiesero parecchie voci.
– Tutto si deve tentare.
– Affonderemo, capitano.
– Ed anche l’Oregon affonderà fra breve. In mare il gran canotto!...
Alcuni marinai si precipitarono verso poppa per mettere in acqua la scialuppa sospesa alle grue del cassero, ma quasi subito si udì una serie di grida furiose:
– Maledizione!...
– L’hanno guastata!...
– Manca una tavola!...
– E la prua è stata sabordata!...
– Alle altre scialuppe!...
Ma altre urla disperate echeggiarono a bordo dello steamer. Le scialuppe, che la sera innanzi erano ancora sospese ai paranchi, erano scomparse.
Un sorriso sinistro sfiorò le labbra di O’Paddy, mentre il malese gli sussurrava agli orecchi:
– Vedete, padrone, cosa può fare un buon coltello?... Era una cosa tanto semplice!...