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44 | emilio salgari |
ciavano d’ingrandire l’enorme squarcio e di sfondare le paratie stagne. Si avrebbe detto che avevano fretta d’inghiottire quella preda gigante.
Il vento che riacquistava maggior violenza di minuto in minuto, spingeva innanzi a sè nembi di vapore e sibilava su tutti i toni attraverso l’alberatura. Verso la lontana isola di Tawi-Tawi già il tuono rullava e qualche lampo appariva.
I passeggieri, pochi minuti prima rassicurati dalle parole del capitano e degli ufficiali, cominciavano già di nuovo a spaventarsi. Quel vascello semi-rovesciato, semi-sventrato, in balìa delle onde, non ispirava ormai nessuna fiducia.
Perfino l’equipaggio interrogava ansiosamente lo stato del cielo e del mare e dubitava della salvezza di tutti.
Il comandante dello steamer però, quantunque non si facesse illusioni e riconoscesse la gravità della situazione, conservava un ammirabile sangue freddo. Aveva dapprima tentato di far spiegare qualche vela per cercare di riavvicinarsi alle coste del Borneo, ma aveva dovuto rinunziare poichè l’acqua aveva invaso i depositi dell’attrezzatura, sommergendo tutto. Non avevano trovato che un semplice straglio, dimenticato nella camera comune dell’equipaggio, ma quel lembo di tela era affatto insufficiente a muovere l’enorme massa dello steamer, diventato ora così pesante.
Il comandante attendeva ansiosamente l’alba, per giudicare il vero stato della situazione e per prendere una decisione definitiva.
Fra tante inquietudini, un uomo solo pareva pienamente tranquillo e sicuro di sè: O’Paddy. Appoggiato alla murata di poppa, egli guardava serenamente la tempesta che s’avvicinava, anzi pareva che l’invocasse. Egli pensava senza dubbio al milione dell’olandese e contava appunto sul completo disastro dello steamer per guadagnarlo.
Che importava a lui se la nave affondava? Egli era tale uomo da levarsi d’impiccio anche in mezzo al mare, anche in piena tempesta. Gli sarebbe bastato un rottame qualunque ed era certo di trovarlo, nel momento della catastrofe.
Ma pur guardando le onde ed il tempestoso cielo, non perdeva di vista il gruppo formato dall’ex-ufficiale olandese, da Amely e dal giovane Dik.
Il suo sguardo si fissava con ardente bramosia su di una borsetta di cuoio che portava a tracollo il signor Held e non era capace di staccarlo. Indovinava che là dentro erano racchiusi quei documenti che