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i naufragatori dell'«oregon» 39


portavano delle lanterne, scesero nella camera delle macchine, malgrado il fumo che ne usciva.

Giunti ai piedi della scala, un orribile spettacolo s’offerse ai loro occhi. I cadaveri di sette fuochisti galleggiavano fra quella semioscurità, urtandosi fra di loro.

Fuori dalle acque che avevano ormai invasa tutta la camera, uscivano le cime delle caldaie, pezzi di cilindri contorti e lacerati dallo sperone della nave investitrice, rottami d’ogni specie che danzavano a seconda delle ondate che penetravano dall’immane squarciatura.

Dense nubi di fumo irrompevano dai forni che stavano spegnendosi, addensandosi in quello stretto spazio.

A babordo appariva confusamente una spaccatura grande come un portone, coi margini regolari, tanto era stato violento il colpo di sperone, e da quella entravano, ad intervalli, onde spumeggianti, le quali si frangevano, con cupi muggiti, contro tutti quegli ostacoli.

L’Oregon però, costruito secondo i sistemi moderni, a scompartimenti stagni, non affondava. Erasi immerso per circa due metri, ma poi erasi arrestato ed almeno pel momento non correva pericolo alcuno, se i suoi scompartimenti non cedevano. Era però ormai un rottame qualunque, destinato a scomparire alla prima burrasca, poichè non poteva più rifugiarsi nel porto più vicino, ora che le sue macchine non funzionavano più.

– L'Oregon è perduto! – disse il capitano con visibile emozione. – Questa falla non si può più turare.

– È vero – confermò O’Paddy, con voce tranquilla.

– Ma quale tremenda speronata ci avete dato, signore?... – chiese il capitano, rivolgendosi verso l’irlandese. – Ma non avevate veduti i nostri fanali adunque?

– Sì, comandante, ma credevo che l’Oregon mi passasse da poppa anzichè da prua.

– Ma nessuno ha veduto i vostri fanali, signore.

– Le onde me li avevano portati via assieme all’albero di trinchetto.

– È stata una disgrazia, lo comprendo, ma le autorità marittime decideranno a chi spetta la responsabilità di questo disastro.

– Non intendo di sottrarmi al loro giudizio, comandante.

– Saliamo: bisogna tranquillizzare i passeggieri.

Lasciarono la camera delle macchine e ritornarono in coperta.