Pagina:Salgari - I naufragatori dell'Oregon.djvu/32

28 emilio salgari


– No.

– E perchè si trova in loro compagnia?

– Per proteggerli durante il viaggio, ne sono certo... Era un amico del loro padre, ed essendo ricco ed amante dei viaggi, si sarà offerto di accompagnarli a Timor.

– Sono ricchi quei fratelli?...

– Il padre loro, che era un ufficiale olandese, non ha lasciato che una pensione, un migliaio di risdalleri all’anno o meno, ma ora...

– Continuate, signor Wan-Baer. Questi particolari m’interessano.

– Ora vanno a prendere possesso di una eredità di molti milioni.

– Lasciata a loro da chi?

– Da un loro zio morto a Kupang tre mesi or sono – disse l’armatore coi denti stretti.

– Diamine!... Si tratta di un’eredità di milioni!... Ditemi, signor Wan-Baer: spettavano a voi quei milioni?...

– Cosa importa a voi il saperlo? – rispose l’armatore, ruvidamente. – Incaricatevi di guadagnare il vostro milione.

– Fulmini di Giove!... Conto d’averlo già in tasca!...

– Separiamoci: andate ad arruolare i vostri furfanti. Questa sera vi metterete alla vela.

– Arrivederci, signor Wan-Baer.

L’irlandese si allontanò, e balzato in un battello guidato da un tagalo, si diresse verso Bidondo. L’armatore, rimasto solo, affrettò il passo, raggiunse i due fratelli e l’uomo che li accompagnava e battendo famigliarmente sulle spalle di quest’ultimo, disse con un sorriso mellifluo:

– Si dimenticano adunque i parenti?...

CAPITOLO IV.

Una eredità colossale.


L’ex-ufficiale olandese che portava il grande cappello a fungo, udendo quella voce, si era subito voltato. Scorgendo l’armatore, una rapida contrazione scompose i suoi lineamenti, ma rimettendosi subito, disse, colla più squisita cortesia: