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i naufragatori dell'«oregon» 219

– Sì.

– Benissimo, se sarà necessario ci presteranno man forte e quegli uomini lì non ischerzano. È lontana la casa di quel Wan-Baer?...

– A venti minuti dalla città, sul margine delle immense piantagioni che appartenevano al defunto zio di Amely e di Dik.

– Signore – disse in quel momento Kara-Olo, avvicinandosi – io ed i miei uomini siamo pronti.

– Andiamo, Amely; vieni, Dik – disse Held.

– Ho il cuore che mi batte, signor Held – disse la ragazza. – Non avrei voluto dovermi incontrare con quell’indegno cugino.

– Ed io non vedo l’istante di vederlo per dargli del ladro – gridò il ragazzo.

– Dik, è nostro cugino.

– No, è un ladro, sorella.

Lasciarono il praho e scesero sulla gettata. Kara-Olo e dieci Dayachi li seguivano a breve distanza, dispersi a gruppi di due o tre, per non attirare l’attenzione degli abitanti.

Kupang, come dicemmo, è la capitale del possedimento olandese di Timor, mentre quella del possedimento portoghese è Dilli, essendo quest’isola in possesso di queste due nazioni europee.

La città olandese è la più bella e la più importante, mentre l’altra è in continua decadenza e quasi spopolata in causa delle febbri maligne, prodotte dalle paludi.

Il luogo ove sorge Kupang è piacevolissimo, tutto cinto di giardini, di ortaglie coltivate con grande cura e di filari d’alberi. Le sua casette sono tutte in pietra, basse, ma linde, civettuole, bianche.

Ha una popolazione di circa tremila abitanti, composta per la maggior parte d’indigeni, ben fatti, gagliardi coi capelli lanosi, che usano tingerseli di rosso, la pelle nerastra o abbronzata ed il naso schiacciato, usando comprimerselo fino da quando sono piccini. Vi sono però anche parecchi Olandesi, dei meticci onesti ed industriosi, pochi Malesi e pochi Chinesi.

I naufraghi, guidati da Held e seguiti sempre dai Dayachi, attraversarono la città già immersa nelle tenebre e s’inoltrarono in mezzo a dei campi coltivati, dove crescevano rigogliose piante di caffè, di cacao, d’indaco, di cannella e alti fusti di mais già maturo.

– Queste opulenti piantagioni sono tue – disse Held ad Amely.