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212 emilio salgari


Gli assalitori, presi fra due fuochi, si disperdevano da tutte le parti, senza cercare di opporre resistenza. Già i Dayachi-laut, condotti dal figlio di Kara-Olo, li caricavano coi parangs-ilang e colle picche in pugno. In mezzo a quel tumulto, a quelle grida di vittoria e di morte ed ai colpi di fucile, si udì echeggiare la voce del soldato:

– A me, Malù!... A me, signor Dik!...

Il capo della scorta di Sulinari si slanciò. Il siciliano e Dik correvano disperatamente dietro ad un uomo vestito di bianco che ora appariva ed ora scompariva dietro ai cespugli ed ai tronchi d’albero.

S’udì uno sparo seguito da un grido di rabbia. Il soldato aveva fatto fuoco sul fuggiasco, ma l’aveva mancato.

– Il vostro fucile, signor Dik!... – gridò il siciliano. – Presto o ci sfugge.

– Eccolo – rispose il ragazzo. – È caricò.

Rintronarono altri due spari. L’uomo che fuggiva s’arrestò, emettendo un’imprecazione, fece alcuni passi vacillando, poi cadde ai piedi d’un sagù.

Il soldato gli si slanciò addosso col calcio del fucile alzato, pronto a ucciderlo.

– È... inutile... – disse il ferito, con voce rantolosa. – Ero... nato... sotto una... cattiva... stella e dovevo... finir... male.

– Canaglia!... – urlò il siciliano. – Mi riconosci, O’Paddy?...

– Sto... per morire... ma ci vedo... ancora – disse l’irlandese, sforzandosi a sorridere. – Il milione... mi ha portato... disgrazia...

– Qual milione?...

Il ferito alzò il capo e fissò i suoi occhi semispenti sul piccolo Dik, che era allora giunto.

– Vostra... sorella... è viva... ancora?... – gli chiese.

– Sì – rispose il ragazzo.

– Ed il... signor Held?...

– Anche.

– Mi rimangono forse... cinque minuti di... vita... e vorrei... parlare con loro... e riparare... in parte... il male che ho... cagionato a voi... Presto... chiamateli... ho ricevuto due colpi... nel petto.

– È inutile chiamarli; eccoli che vengono – disse Lando.

L’olandese ed Amely, inquieti per l’assenza di Dik e del soldato, ed avendo udito quelle tre detonazioni, accorrevano seguiti da Kara-Olo e da una dozzina di Dayachi.