Pagina:Salgari - I naufragatori dell'Oregon.djvu/215


i naufragatori dell'«oregon» 211


– Cosa vogliono fare con quei fasci di legna? – chiese il soldato, con inquietudine. – Che abbiano intenzione di affumicarci?

– No – rispose Held. – Li getteranno sulle punte delle frecce per poter giungere fino a noi.

– Allora bisogna tenerli lontani.

– E con un fuoco nutrito, poichè mi pare che siano molti.

– Se non m’inganno, sono una quarantina, signor Held.

– Su, Dayachi-laut!... Su, Dayachi-darrat!... – gridò Kara-Olo. – Ecco il nemico!...

Gli assalitori, abbandonando ogni precauzione, si precipitavano verso le trincee incoraggiandosi con urla feroci. Gli Europei ed i Dayachi ricominciarono il fuoco, sparando nel più fitto dei nemici.

Alcuni uomini caddero, ma gli altri continuarono la corsa, e gettati i fasci di rami e di foglie sul terreno seminato di frecce mortali, si rovesciarono confusamente addosso ai difensori.

Avevano però trovati degli avversari degni di loro. I Dayachi avevano abbandonati i fucili ed impugnati i loro formidabili parangs-ilang.

L’urto fu terribile. Assaliti e assalitori lottavano con furore disperato, gli uni difendendo con accanimento senza pari le trincee e gli altri facendo sforzi sovrumani per superarle. Il soldato, Held e Dik, stretti contro Amely, si difendevano coi calci delle carabine, percuotendo furiosamente i crani ed i petti dei Malesi e dei Bughisi.

Ad un certo momento il soldato scorse, fra l’onda dei combattenti, un vestito bianco.

– O’Paddy!... – urlò.

Con impeto irresistibile rovesciò tre uomini che cercavano d’impadronirsi di Held, e si gettò fuori dalla trincea.

– Lando!... – gridò l’olandese.

Dik si era lanciato arditamente dietro al soldato, tempestando gli assalitori col calcio del suo piccolo fucile.

Ma che cosa succede?... Gli assalitori si sono arrestati e cercano di ripiegarsi proprio nel momento in cui stavano per superare le trincee.

Urla tremende scoppiano sotto la foresta ed una valanga d’uomini si scaglia alle spalle dei Bughisi e dei Malesi.

– I miei uomini!... Mio figlio!... – tuona Kara-Olo. – Avanti, Dayachi!