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208 | emilio salgari |
L’uragano era cessato, essendo quelli che si scatenano in quelle regioni violenti sì, ma di poca durata. Solamente dei lampi radi balenavano verso oriente e qualche raffica si rovesciava sopra le boscaglie, facendo crepitare i rami e le gigantesche foglie.
I Dayachi armati di fucili si erano schierati dietro alle trincee, tenendosi semi-nascosti, e quelli armati di cerbottane si erano addossati attorno ad un piccolo riparo di rami e di foglie che difendeva Amely e Dik, risoluti a farsi uccidere piuttosto che lasciarli cadere in mano ai nemici.
Pareva che le genti di O’Paddy, composte senza dubbio di Malesi e di Bughisi racimolati a Semmeridam o nei villaggi del Koti, si preparassero a tentare un colpo disperato.
Al chiarore dei lampi, si vedevano aggrupparsi qua e là, dietro ai tronchi dei più grossi alberi, poi apparire più vicini, strisciando attraverso ai cespugli. Non avevano però ancora sparato un colpo di fucile, quantunque alcuni possedessero delle armi da fuoco.
– Lasciamoli venire – disse Malù. – Quando avranno provate le punte delle frecce piantate in terra, diverranno più prudenti e forse non ritenteranno l’attacco.
– Faremo poi fuoco a bruciapelo – disse il soldato. – Scalderemo per bene i loro dorsi.
Un uomo, il più audace e più agile della banda, era già giunto a dieci passi della trincea. D’improvviso emise un urlo di dolore e balzò indietro piroettando su se stesso.
– Fermi!... L’upas!... – aveva gridato con accento di terrore.
– Fuoco! – tuonò l’olandese.
Sette od otto spari rintronarono. Gli assalitori, che erano balzati in piedi, risposero con alcuni colpi di fucile, poi si ripiegarono in massa, quindi si dispersero nella foresta lasciando a terra alcuni morti e qualche moribondo.
– Ah!... Ah!... – esclamò il soldato, ricaricando precipitosamente la carabina. – Questo fuoco scalda per bene, giovinotti miei! Se potessi scaldare un po’ il muso di quel furfante di O’Paddy, sarei ben contento.
– Caricate subito – disse Held. – Quei birbanti ritornano.
Infatti gli assalitori si radunavano ancora dietro agli alberi. Si erano muniti di fastelli di foglie e di rami e ricominciavano ad avanzarsi.