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184 | emilio salgari |
– A quanti giorni di marcia da qui?...
– A cinque.
– Puoi farci condurre?...
– Posso insegnarti la strada.
– Non mi basta. Ascoltami: io darò a te dieci armi come le nostre e ti sbarazzeremo dalla tigre che minaccia la vita dei tuoi sudditi; io a tuo fratello darò una grossa somma di denaro colla quale potrà acquistare, nelle isole lontane, tutto ciò che vorrà, ma ad una condizione.
– Parla – disse Sulinari, che manifestava una gioia immensa.
– Che tu ci accordi una scorta armata che ci conduca da tuo fratello e che ci protegga da ogni pericolo.
– Qualcuno ti minaccia forse?...
– Sì, l’uomo bianco che fece fuoco contro i tuoi uomini.
– Ah!... Lui!... Ti darò dieci uomini scelti tra i più valorosi e se riuscirai ad ucciderlo, ti sarò riconoscente se mi manderai in regalo la sua testa.
– Di questo s’incaricheranno i tuoi guerrieri. A tuo fratello chiederò che ci conduca, con buona scorta armata, a Timor, dove ci seguirà uno dei tuoi uomini per ricevere le armi a te destinate. Acconsenti, Sulinari?...
– Sì – disse il capo. – La mia tribù ti è già riconoscente per averle assicurato il raccolto; te lo sarà di più liberandola dalla tigre protetta dai geni maligni della foresta, contro la quale le nostre armi nulla possono, ed il consiglio degli anziani nulla ti potrà rifiutare. Mio fratello poi, che mi ama, non indugerà ad armare i suoi prahos e condurti nella tua isola. Io rispondo per lui.
– Grazie, Sulinari: tu avrai le armi che mandano fuoco e fumo.
– E m’insegnerai ad adoperarle?...
– Cominciando da domani.
– E la tigre, quando la ucciderai?...
– Questa sera, se tu sai dirci dove si trova.
– Vi condurrò io dove potrete trovarla e vi terrò compagnia.
– È lontano il luogo?
– All’estremità della palude.
– Hai un giovane babirussa?...
– Anche dieci se vuoi.