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14 | emilio salgari |
– Se non erro, voi siete un uomo che ha solcato gli oceani.
– E per lunghi anni, signore.
– Un tempo eravate un capitano od un ufficiale di marina.
– È vero.
– E poi vi hanno degradato.
– Sì, per una nave che ho tagliata per metà senza cercare di soccorrere i naufraghi che affondavano. Ah!... cosa importava a me di quegli sconosciuti?... Che colpa avevo io, se il loro vascello si era lasciato urtare dal mio?
– Ma si dice che vi abbiano degradato per ben altre cose; dei falsi nei carichi, una assicurazione sulla vostra nave che poi, dicesi, mandaste a picco per guadagnare un milione alla Società d’Assicurazione e...
– Morte di Giove!... Basta!... – tuonò l’uomo di mare, diventando pallido. – Che importa a voi tutto ciò?
– Anzi m’importa molto, signor O’Paddy.
– Per quale motivo?
– Per accertarmi che voi siete un uomo senza scrupoli.
Un sorriso più amaro del primo contrasse le labbra di O’Paddy.
– Al fatto, signore – disse poi.
– Una domanda innanzi a tutto.
– Parlate.
– Potreste procurarvi un compagno della vostra specie?
– Un altro uomo che non tema nè gli uomini, nè il diavolo?
– Sì.
– L’ho.
– Chi è?
– Un marinaio, che poi...
– Continuate...
– Eh!... Lasciate andare!... – esclamò Paddy con impazienza.
– No, bisogna che sappia tutto.
– È un ex-pirata malese, un antico schiumatore del mare.
– Un europeo?
– No, un malese. Al fatto, ora.
– Vorreste guadagnare centomila risdalleri?...
– Fulmini di Giove!... A me un milione di lire?... Volete scherzare, signor Wan-Baer?... Allora vi dirò che avete scelto male, poichè io sono un uomo...
– Non ischerzo, perciò vi prego di sedervi e di calmarvi.