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172 | emilio salgari |
Il dayako, soddisfatto di quella risposta, s’avvicinò all’olandese e gli fece passare sul capo, per due volte, il gallo che teneva in mano, poi glielo porse dicendogli:
– È tuo: siamo amici.
Compiuta quella formalità, che presso di loro è di grande importanza, un vero trattato d’alleanza e di reciproca protezione, Sulinari si sedette dinanzi ai naufraghi, e dopo averli guardati con una certa curiosità uno ad uno, aprì il paniere e rivolgendosi ad Amely le offerse galantemente il siri.
Questo siri è una composizione di foglie aromatiche di piper betel, di noci di areca e di una piccola dose dell’amaro ed astringente gambir, d’una piccola quantità di succo concentrato dell'uncaria gambir e di una presa di calce viva. Questa materia, così largamente adoperata in tutta la Malesia e nelle isole della Sonda, provoca abbondante saliva di un color rosso sanguigno che tinge le labbra e le gengive, annerisce i denti ed ha un sapore aromatico niente affatto disaggradevole.
Tutti i popoli malesiaci hanno una tale passione pel siri che anche quando vanno a passeggio si conducono con loro un servo, specialmente i ricchi, incaricato di portare un canestrino od una ricchissima scatola ripiena di quella composizione.
Se si fa visita a qualcuno, non è il caffè, nè i liquori che vengono offerti dal padrone di casa, ma sempre il siri e nessuno può rifiutarlo.
Il capo dayako, dopo averlo offerto ad Amely, ne diede all’olandese, al marinaio, a Dik, poi se ne mise in bocca un pezzo, dicendo:
– Gli uomini d’oltremare mi seguano nella mia kotta: riceveranno franca ospitalità ed in compenso renderanno produttiva la seminagione del nostro riso.
– Una parola prima, orang-kaja – disse Held.
– Parla: tu sei mio amico e mio ospite.
– L’hai preso l’uomo bianco che ha ucciso uno dei tuoi guerrieri?
– No: è fuggito nei boschi e noi non abbiamo osato inseguirlo per tema della sua canna che manda fumo e fiamme. Era tuo fratello?...
– No, un mio nemico.
– E non l’hai decapitato? – chiese ingenuamente Sulinari.
– È fuggito prima che potessi punirlo.