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160 | emilio salgari |
sato il primo sangue, ne esige dell’altro, e allora si scaglia contro tutte le persone che trova sul suo passaggio. Uccide uomini, donne, bambini, e continua la strage finchè non viene preso.
Quando in una via si ode a risuonare il grido di Amok!... Amok!... tutti fuggono. Solamente quelli che hanno la bandhill, ossia quella forca spinosa, scendono nella via per inseguire l’assassino.
La bandhill è un arnese che serve ottimamente, poichè quei furiosi non possono resistere alle centinaia di punte che straziano le loro carni e diventano docili come cagnolini. Voi l’avete veduto poco fa.
– Ma chi sarà quel disgraziato che hanno preso?
– Suppongo che sia uno schiavo di quei dayaki. A giudicarlo dalla sua pelle fuligginosa, lo crederei un biagiasso od un alfurasso, popoli che vivono in questa regione. Probabilmente, dopo di essersi ubbriacato d’oppio, avrà sgozzato il suo padrone.
– Lo uccideranno?...
– Lo decapiteranno e poi lo mangeranno.
– I Dayaki?...
– Sì, signorina; sono antropofagi.
– Allora corriamo il pericolo di andare a tenere compagnia a quel povero schiavo?
– Sì, ma... fulmini di Giove!...
– Che c’è? – chiese Held.
– Ancora le grida.
– Che lo schiavo sia fuggito?...
– Non lo credo, ma stiamo in guardia. I Dayaki hanno delle frecce intinte nel succo velenosissimo dell’upas, e voi saprete che non si guarisce quando si è toccati.
Le grida si avvicinavano ancora, ma pareva che le persone che le emettevano avessero preso una direzione nuova, poichè echeggiavano dietro al macchione.
– Che diano la caccia a qualcuno? – si chiese O’Paddy, che da qualche istante pareva in preda ad una vera ansietà.
– Ma a chi? – chiesero Held e il marinaio.
– Non lo so, ma... Aspettatemi qui; vado a vedere.
– Vi accompagno – disse il siciliano.
– È inutile.
– Sono un buon tiratore, capitano.
– Preferisco andare solo.