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i naufragatori dell'«oregon» 155


Alle quattro l’irlandese riprese il posto accanto al fuoco. Vi era da pochi minuti, quando scorse un’ombra che usciva da una macchia, avvicinandosi con precauzione al fuoco, come se fosse curiosa di sapere cos’era quell’insolito chiarore.

– Toh!... – esclamò O’Paddy, alzandosi con precauzione. – Avevo detto che ero andato a cercare la colazione ed ecco che questa viene. Si vede che la fortuna comincia a sorridermi.

Puntò lentamente il fucile mirando con grande attenzione, poi lasciò partire il colpo. L’ombra cadde fulminata, schiantando col proprio peso un cespuglio.

Il soldato, Held ed i due ragazzi, udendo quella detonazione, balzarono precipitosamente in piedi.

– Contro chi avete fatto fuoco? – chiese l’olandese, armando precipitosamente la carabina.

– Sulla colazione – rispose l’irlandese con voce tranquilla. – Aiutami, soldato mio.

Poco dopo trascinavano presso il fuoco un animale che somigliava ad un grosso maiale, quantunque avesse le gambe più alte e sottili ed il collo più grosso.

– Un babirussa!... – esclamò il signor Held. – Ecco una colazione molto deliziosa.

L’olandese non si era ingannato. Era veramente un babirussa, che vuol dire porco-cervo in malese, ma che invece non ha nulla di comune coi cervi, appartenendo all’ordine dei pachidermi moltungulati, ma formando un genere particolare della famiglia dei porci.

Questi animali, che sono comunissimi in tutte le isola della Sonda e specialmente nel Borneo, hanno il grugno molto sporgente, gli occhi piccoli, le gambe alte, l’andatura molto svelta e sono rapidi corridori.

La loro pelle, che è grossa, è di colore cinereo-rossiccio, coperta da peli corti e lanosi. Dalla mascella superiore pendono due zanne che s’incurvano fino agli occhi, solide, acuminate e pericolose.

Si nutrono esclusivamente di vegetali e vivono in mezzo alle più folte foreste sfuggendo l’uomo, ma si possono facilmente addomesticare. Assaliti, si difendono con grande vigore, e non di rado sventrano qualche cacciatore.

Si dice dai Dayaki che, per sfuggire alle fiere, si appendono di notte ad un grosso ramo d’albero colle loro robuste zanne e che