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– In carne ed ossa – rispose l’irlandese. – Ti sorprende di trovarmi qui?...

– Potete crederlo!...

– E perchè, giovanotto mio?... Non vi avevo dato l’appuntamento a Semmeridan?

– Vi credevo ancora laggiù, coi pirati... ma, non vedo il vostro malese?

Un’ombra passò sulla fronte dell’irlandese.

– Quella canaglia!... Che il diavolo lo appicchi!... – esclamò.

Poi cangiando bruscamente tono:

– Cosa facevi sul dorso di quel rinoceronte?... Che strana cavalcatura ti eri scelto?... Se non mandavo una palla nell’occhio di quell’animalaccio, tu correvi il pericolo di farti fracassare il capo contro qualche ramo d’albero.

– Non l’ho scelto io – capitano. – Vi sono caduto addosso mentre assaliva l’albero su cui ci tenevamo io, il signor Held, la signorina...

– Il signor Held!... – esclamò l’irlandese, mentre un rapido lampo gli balenava negli sguardi. – Dove si trova?

– A tre o quattro chilometri da qui.

– Sono tutti vivi?...

– Sì, capitano.

– Avete abbandonato subito la nave e poi la costa adunque?

– Il mattino dopo il nostro approdo.

– Senza occuparvi di me!... Ingrati!...

– Avevamo veduto un certo movimento di pirati...

– Ah!...

– Delle barche che andavano dallo steamer alla costa e che eseguivano delle manovre sospettose.

– Davvero?

– Ed anche abbiamo udito delle parole allarmanti. Quei pirati cercavano d’impadronirsi di noi.

– Fulmini!...

– Noi vi credevamo ormai prigioniero e non potendo fare nulla per la vostra liberazione, ci mettemmo in marcia per Semmeridan, ma coll’idea di ritornare con dei soccorsi per liberarvi.

– Ho saputo però levarmi d’impaccio da me – disse O’Paddy,