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132 | emilio salgari |
sposti a mazzetti, esalavano già deliziosi profumi; i preziosissimi belzoini intrecciavano i loro rami cogli alberi che producono la polvere di sandalo, così ricercata pel suo soave odore; gli arecche colle foglie immense dei banani, o dei betel, o dei cavoli palmisti, o dei cedri, o dei tamarindi, o degli artocarpi, o dei rotangs, o dei manghi, o dei pamplemussi, o dei melogranati carichi di frutta enormi.
I naufraghi avevano molto da fare per abbattere una parte di quegli ostacoli che li rinserravano da tutte le parti e dovevano faticare non molto a mantenere la direzione del sud. Dik non doveva staccare gli occhi un solo istante dalla bussoletta che gli era stata affidata.
Fortunatamente di tratto in tratto trovavano dei sentieri aperti dai grossi animali, dai brutali rinoceronti e dagli elefanti, oppure dai tapiri, i quali, avendo l’abitudine di percorrere sempre la medesima via per recarsi dalle loro tane alla palude più vicina, finiscono coll’aprire delle vere stradicciuole.
Di quando in quando si incontravano anche dei fiumicelli e degli stagni, ma tutti o quasi avevano le acque nere come se fossero d’inchiostro. Questi corsi e questi bacini di aspetto lugubre sono numerosi nella grande isola del Borneo, e quantunque siano stati studiati, non si è mai potuto sapere con certezza la vera causa di quella tinta delle acque. È probabile però che si deva a certa specie di foglie che vi marciscono dentro in grande quantità.
Verso le dieci del mattino, dopo aver percorso una mezza dozzina di chilometri, giungevano in una piccola radura dove crescevano dei fiori di dimensioni così enormi, da strappare grida di meraviglia ad Amely ed al piccolo Dik.
Erano le rafflesie, chiamate dai malesi crubul, ossia grandi fiori. Sono i più grandi che si conoscano, avendo una circonferenza di tre metri ed un peso di sette od otto chilogrammi.
Queste piante, scoperte per la prima volta dall’italiano Odoardo Beccari nel 1778, sulle falde del vulcano Singaleg, nella provincia di Padang, a Sumatra, producono una foglia sola, gigantesca, alta oltre dieci metri e larga due o tre, poi dal centro sorge lo smisurato fiore di tinta rossastra, ma punteggiato in bianco.
Non hanno profumo delizioso quei fiori, anzi tutt’altro, poichè tramandano un odore sgradevole come quello che esalano i pesci putrefatti.