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i naufragatori dell'«oregon» 119


setti che si sono affogati dentro, ma non bisogna essere troppo schifiltosi.

– Ma come si produce quest’acqua? – chiese Dik, che aveva già vuotato il suo vaso.

– Questa pianta, amici miei – disse Held – si può chiamare la vera provvidenza dei viaggiatori. Come vedete, cresce in piena foresta, accontentandosi d’un terreno grasso e lievemente umido.

Le sue foglie, che esteriormente sono ricoperte da una membrana liscia ed impermeabile, al calar del sole si raddrizzano, chiudono il coperchio e succhiando l’umido del suolo, riempionsi a poco a poco d’acqua. Si era creduto che quell’acqua provenisse dalla rugiada, ma invece deriva da una vera secrezione della foglia stessa.

Allo spuntare del sole tutti questi vasi, sotto il peso del liquido, si abbassano verso terra, si socchiudono e si sbarazzano d’una parte del loro contenuto, lasciandolo cadere o evaporare.

Appena però tramontato l’astro, ricominciano ad alzarsi, i coperchi cominciano a contrarsi, a poco a poco si rinchiudono e riprendono il misterioso assorbimento notturno.

Solamente le piante di quest’isola riescono a raccogliere, in una notte, perfino mezzo litro d’acqua, ma i nepenthes che crescono in India, nella Cocincina e nelle altre isole del mare della Sonda, ne contengono molto meno. È una pianta preziosissima, che è molto venerata, perchè anche quando infierisce la siccità, raccoglie sempre una certa quantità di liquido.

– Io non avevo mai creduto, signore, che vi fossero delle piante che fanno l’ufficio di fontane – disse il soldato. – Quale disgrazia non poter portare con noi alcuni di questi vasi!

– Si appassirebbero in poco tempo. Rimettiamoci in cammino e cerchiamo di trovare un ricovero per questa sera. Temo che dovremo passare una brutta notte, in mezzo a questa foresta.

Ripresero le mosse attraverso ai rotang, lavorando di scure a destra ed a manca per recidere quelle reti interminabili, inoltrandosi sempre più nella foresta.

Servendosi di una piccola bussola che il soldato teneva appesa alla catena dell’orologio, avevano già piegato verso il sud, sapendo che solamente in quella direzione avrebbero potuto trovare il Koti, il quale solca la grande isola dalla catena dei monti Cristallini, alle sponde orientali.