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i naufragatori dell'«oregon» | 107 |
Entrambi erano rimasti immobili, stupiti, guardandosi l’un l’altro. Il soldato ruppe pel primo il silenzio.
– Mi ero ingannato, signore, quando poco fa vi dicevo che avrei voluto trovarmi molto lontano da questa costa?...
– Ma che abbiano tramato contro di noi un piano infernale?... – mormorò il signor Held. – Ma quell’O’Paddy?...
– Io credo, signore, che voi abbiate fatto male a raccontargli lo scopo del vostro viaggio.
– Ma credete che anche lui sia un miserabile, o che sia vittima della perfidia del suo servo?...
– Io non lo so, signore, ma penso che qui non spira buon’aria per noi e che faremo bene a sloggiare più presto che si può. È mezzanotte e fra quattro ore l’alba spunterà.
– Ma non possiamo inoltrarci nella foresta con questa oscurità.
– Attenderemo l’aurora ed intanto veglieremo accuratamente. Finchè vediamo le scialuppe attorno all’Oregon, nulla abbiamo da temere.
– Furfante di malese!...
– Sono tutti pirati, signore, perfidi e traditori.
– E forse ha tradito anche O’Paddy.
– Può averlo fatto, quantunque quel capitano mi abbia sempre destato dei sospetti. Cosa volete?... Quella speronata coi fanali spenti mi torna sempre alla memoria.
– Ma a quale scopo volete che abbia sventrato l’Oregon?
– Per poi saccheggiarlo.
– Con quella tempesta!...
– Avete ragione, ma... orsù, non occupiamoci che di noi. Se il suo servo lo ha tradito, penserà lui a trarsi d’impiccio come può. Noi non possiamo liberarlo.
– Non dite nulla ad Amely di quanto abbiamo scoperto. È una ragazza coraggiosa, ma è meglio non metterle indosso delle inquietudini.
– Sarò muto come un pesce.
Fecero ancora una perlustrazione nei dintorni della rupe, poi tornarono alla caverna. Il signor Held guardò verso il giaciglio e vide che la giovanetta e Dik dormivano tranquillamente, l’uno presso all’altra. Anzi un sorriso sfiorava le labbra di Amely.