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102 emilio salgari


– Signor Held!... – esclamò Amely, apparendo all’uscita della caverna. – Cos’è accaduto?...

– Niente di grave, signorina – rispose il soldato, che non voleva spaventarla. – Un serpente mi aveva assalito, ma l’abbiamo ucciso.

– Avevo tremato per voi, ma... cosa sono quei lumi...

– I pirati si dirigono verso l’Oregon – rispose Held.

– Per saccheggiarlo?...

– È probabile.

– Ed O’Paddy?...

– Non l’abbiamo veduto.

– Allora lo hanno fatto prigioniero. Povero uomo!... Cosa gli accadrà?... Che lo uccidano?...

– Non mi pare uomo da lasciarsi ammazzare – disse Held.

– Specialmente quando si ha qualche conoscenza con quei furfanti – aggiunse il siciliano.

– Ma non tenteremo nulla per liberarlo?...

– Vuoi che io esponga la tua vita e quella di Dik per un tentativo forse inutile? – disse Held. – Siamo troppo pochi per assalire quei pirati, i quali certamente avranno un villaggio fortificato e dei cannoni.

– Ma egli ci ha salvati, signor Held.

– Forse...

– Volete un consiglio, signor Held? – disse il soldato.

– Parlate.

– Cercate di riposare alcune ore mentre io veglio e domani all’alba sgombriamo da questi luoghi. Non mi sento tranquillo qui e vorrei già essere molto lontano.

– E dove andremo? – chiese Amely.

– Scenderemo verso il sud fino a trovare il fiume Koti – disse Held. – So anch’io che su quel fiume ci sono due città importanti, Tongarran e Semmeridan e cercheremo di giungere o nell’una o nell’altra. È bensì vero che gli abitanti sono quasi tutti pirati, ma offrendo una buona somma potremmo ottenere di farci trasportare a Timor.

– Ma potremo attraversare le foreste?

– Con la pazienza ci riusciremo, Amely.

– Ma mi hanno detto che sono abitate da popoli ferocissimi.