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6 | emilio salgari |
– Non ho questa pretesa.
– Lo credo, malese mio. Ehi!... timoniere d’inferno... bada!...
Un’onda mostruosa, color d’inchiostro, ma colle cime irte di candide spume che scintillavano fra la profonda oscurità, si rovesciò sulla nave con mille muggiti, facendola piegare sul tribordo.
– Fulmini di Giove! – riprese la voce di prima. – Un’altra come questa ed il Wangenep perderà le sue ruote.
– Ha già portato via due pale alle tambure di babordo, padrone O’Paddy.
– E l’Oregon ancora non appare!... Che sia andato a picco?... Quale fortuna per noi!...
– Giammai un milione sarebbe stato meglio guadagnato.
– Sì, ma simili fortune non toccano a me, malese mio. Sono nato sotto una cattiva stella.
– Ma lo guadagneremo ugualmente.
– Purchè il Wangenep urti bene. È così sgangherato!...
– Lo sperone mi pare che sia solido: farà uno squarcio immenso nel ventre dell’Oregon.
– E le nostre caldaie scoppieranno, Aier-Raja.
– Salteremo prima in mare.
– Hai preparato le cinture di salvataggio?
– Sì, padrone.
– E la scialuppa?
– Con un colpo di coltello cadrà in mare, ma... ed i nostri uomini?
– Che il mare se li porti via.
– Li compiango sinceramente, padrone; sono brave persone.
– Sì, dei pirati della peggior specie, capaci di assassinarti alla prima occasione.
– Padrone!...
– Cos’hai, Aier-Raja?
– Vedo un lume.
– Dove?...
– Laggiù, verso l’isola di Tawi-Tawi.
– Uno solo?...
– Uno solo, sì.
– Sarà un praho.1
- ↑ Piccoli e rapidissimi velieri usati dai malesi.