Pagina:Salgari - I figli dell'aria.djvu/71


una macchina meravigliosa 59

siasmo. — Ora comprendo la passione degli aeronauti! Essi soli possono contemplare simili meraviglie perchè hanno la mobilità. Ecco la gigantesca città che pare si precipiti contro di noi! Pekino a volo d’uccello! Chi l’ha mai veduta?

— E come procediamo bene, senza scosse, senza soprassalti! Che macchina perfetta, Rokoff!

— Meravigliosa, Fedoro.

— Ecco le prime muraglie!

— E laggiù i tetti gialli della città imperiale.

— Guarda, Rokoff, ammira!

— Non ho occhi bastanti per vedere tutto! Vorrei averne una dozzina invece di due. —

Lo Sparviero, attraversato il parco dei Mari del Sud, si avanzava sopra Pekino, tenendosi ad un’altezza di quattrocento metri.

L’immensa città si svolgeva tutta intera sotto gli occhi dei quattro aeronauti.

La capitale del più potente impero del mondo, o meglio del più popoloso, sorge su una vasta pianura parte sabbiosa e parte fangosa, occupando una estensione immensa, perchè nuove borgate continuano ad aggrupparsi intorno alle sue mura.

Come quasi tutte le città mongole, forma un quadrato più o meno perfetto, la cui superficie è stata valutata in seimila ettari e si divide in due città ben distinte, ognuna delle quali ha un nome particolare: Nuich’Eng ossia città entro le mura o tartara e Cheng-wai o fuori mura.

Entrambe però sono cintate e difese da torri massicce di forma quadrata e da bastioni merlati alti da quindici a sedici metri, non certo però capaci di resistere a lungo al tiro delle artiglierie moderne, quantunque sembrino a prima vista poderosi, essendo lastricati di marmo.

La città fuori mura è quella commerciale, un caos di vie e di viuzze sfondate e polverose, di case di tutte le forme e dimensioni, di negozi e di baracche, dove brulicano milioni di celestiali.

Quella tartara invece è destinata alla Corte Imperiale ed è la meglio difesa, avendo mura più alte e massicce e le porte, che sono quattro, sormontate da torrioni d’aspetto imponente.

Se la Cheng-wai presenta gravi sintomi di decadenza, l’altra invece si mantiene ancora superba e sempre meravigliosa.

Secoli e secoli sono passati sui suoi giardini incantati, sulle sue splendide gallerie, sui suoi grandiosi palazzi, sui suoi tetti di porcellana gialla, sulle sue cupole meravigliose, ma pare che non l’abbiano affatto invecchiata, anzi tutt’altro.