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attraverso il butan 309


— Ecco dei montanari che si preparano a farci cattiva accoglienza, — disse il capitano, senza rispondere alla domanda. — Teniamoci alti; qui hanno dei fucili di lunga portata e d’una precisione che stupirebbe i migliori armaioli europei.

— Anche qui non amano gli uomini bianchi?

— Non li vedono troppo volentieri, quantunque nella capitale di questo Stato risieda un rappresentante consolare inglese per la protezione degli europei. Anche oggidì di quando in quando fanno un’alzata di scudi e danno addosso ai coloni anglo-indiani, senza preoccuparsi delle continue minacce del governatore del Bengala. A voi il canocchiale; li vedete su quell’altura? —

Due o tre dozzine d’uomini sbucati da un vallone, si erano radunati su una piccola piattaforma e guardavano con stupore lo Sparviero, tenendo in mano delle lunghe carabine. Più coraggiosi dei cinesi, dei mongoli e anche dei tibetani, invece di fuggire si preparavano a moschettare l’enorme uccello, che scambiavano probabilmente per qualche aquila mostruosa.

Erano tutti di statura alta e vigorosa, colla pelle quasi bianca, capelli neri e corti, per lo più gozzuti e molto sporchi. Indosso avevano dei mantelloni di pelle di montone, col pelo all’infuori e ai piedi lunghi stivali che salivano fino alle cosce.

Quando parve loro che lo Sparviero fosse a tiro, si gettarono a terra, nascondendosi dietro le rocce e lo salutarono con una scarica nutrita.

— Ho udito qualche palla a fischiare, — disse Fedoro.

— Non mi stupisco, — rispose il capitano — eppure ci troviamo a mille e trecento metri. Non sono i moschettoni a miccia dei tibetani questi; sono buone carabine di precisione. Guardiamoci da questa gente e questa sera riprendiamo i nostri quarti di guardia. Il deserto finisce qui e su questi territori non siamo sicuri nè da parte degli uomini, nè delle belve.

— Dove ci fermeremo? — chiese Rokoff.

— Sulle frontiere dell’Assam. Ora che non ci sono più correnti d’aria furiose, marciamo con una velocità di quaranta o forse più miglia all’ora. Fra poco ci libreremo sopra la capitale del Butan. —

Lo Sparviero precipitava la corsa, mantenendosi sempre a un’altezza di milleduecento o milletrecento metri per evitare le catene di montagne che sorgevano un po’ dappertutto.

Il paese era sempre scarsamente popolato. Non si vedevano