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296 capitolo trentaduesimo


— Come spieghi questa fuga? — chiese lo sconosciuto. — Che ci abbiano veduto giungere e che temendo che noi volessimo rapire i due prigionieri si siano rifugiati in qualche luogo?

— Col mio canocchiale li avrei veduti.

— Ho scorto un villaggio entro terra.

— L’ho osservato anch’io.

— Andiamo a domandare a quegli abitanti dove sono andati i monaci.

— Sì, ed a spiegare questa inesplicabile scomparsa di tanta gente, — rispose il capitano. —

A un suo cenno il macchinista fece agire la macchina e lo Sparviero, dopo d’aver descritto un altro giro intorno al deserto monastero, si diresse verso una roccia enorme, sulla quale sorgeva un piccolo gruppo di capannucce pietra e di fango seccato.

In dieci minuti lo Sparviero raggiunse il villaggio, ma anche quello sembrava disabitato. Nessun montanaro si vedeva aggirarsi attorno alle capanne, nè nei campicelli dissodati chissà con quali fatiche, su quell’altura.

— Ciò è inesplicabile! — esclamò il capitano, nel momento in cui lo Sparviero toccava il suolo. — Che qui sia scoppiata la guerra o che delle bande di briganti devastino le rive del lago, fugando tutti gli abitanti?

— Signore... là... un uomo che fugge! — esclamò in quel momento il macchinista.

Il capitano, con una rapida mossa, aveva afferrato un fucile e si era slanciato fra le capanne, seguito dallo sconosciuto.

Un uomo vestito di pelli, cercava di celarsi in mezzo ad alcune betulle, che crescevano dietro al villaggio.

Il capitano in pochi salti lo raggiunse, afferrandolo pel collo.

Il montanaro, un vecchio che zoppicava, non aveva osato opporre resistenza, anzi si era lasciato cadere in ginocchio, tendendo le mani con gesto supplichevole e balbettando alcune parole incomprensibili.

— Conosci la lingua cinese? — chiese il capitano con voce minacciosa.

— Sì, signore, la comprendo, — rispose lo zoppo. — Non fatemi mangiare dalla vostra aquila; sono un vecchio che non ha mai fatto male ad alcuno.

— Se ti è cara la vita, rispondimi.

— Parlate, — disse il vecchio, con voce tremante.