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i budda viventi 287

lui. Preso da una subitanea foga oratoria, una foga da ubbriaco, il cosacco si era messo a predicare all’impazzata, tuonando spaventosamente e picchiando pugni formidabili sul palco.

Parlava di santi, di religioni, confondendo Cristo con Budda, tirando in campo Brahma, Siva e Visnù, il diavolo, le stelle, le nuvole, le macchine volanti, i cinesi, i tibetani e perfino gli asini che popolavano il nirvana dell’Illuminato e tante altre bestie che i veri credenti dovevano rispettare e amare invece di mangiarle.

Il monaco, soffocato da quel torrente di parole, si era più volte interrotto, dimenticandosi di tradurre buona parte di quella massa di corbellerie. Guardava con spavento Rokoff chiedendosi se non capiva più quello che diceva o se il figlio di Budda era diventato improvvisamente pazzo. Che cosa c’entravano gli asini, le divinità indiane, le macchine volanti, ecc., col grande Illuminato?

Anche i pellegrini sembravano stupefatti di quel sermone sconclusionato, che il monaco aveva in parte tradotto. Il Bogdo-Lama invece era diventato furioso e guardava ferocemente il cosacco che continuava a parlare come un vero demente, tirando pugni a manca e a dritta, minacciando di sfasciare il palco e tentando di sfondare la porta. No, non era un figlio del cielo, costui!... Era un energumeno, un ignorante, un buffone che minacciava uno scandalo enorme.

Finalmente, non potendo più trattenersi, il Lama si era alzato col pugno teso, gridando con voce sibilante:

— Mentitore! —

Rokoff, che era completamente ubbriaco in quel momento e che parlava delle steppe del Don e della guerra russo-turca, ebbe un barlume di lucidità. Aveva compreso il pericolo.

Tutti i pellegrini si erano alzati urlando a loro volta:

— Mentitore! Non sei un buddista! —

Era una catastrofe completa.

Rokoff intuì che stava per succedere qualche cosa di grave.

Il baccano era diventato assordante e la confusione al colmo. Tutti lo minacciavano e delle armi luccicavano nelle mani dei più fanatici.

Con una spinta irresistibile, il disgraziato predicatore sfondò la porta, mandò a gambe levate i monaci che gli stavano dietro, passando sui loro corpi a corsa sfrenata e fuggì a rompicollo attraverso i corridoi, mentre nel tempio scoppiavano clamori terribili.

Un momento dopo, senza sapere il come, Rokoff piombava come una bomba nell’appartamento di Fedoro.