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il lago santo dei buddisti 245


— Signore! — gridò. — Una casa... un convento... una fortezza... non so... là... guardate... guar... —

Non potè proseguire. Un lampo abbagliante aveva avvolto il fuso, mentre una linea di fuoco piombava in mezzo al ponte.

Fece per aggrapparsi alla balaustrata, ma prima che l’avesse toccata si sentì scaraventare nel vuoto, mentre un rombo formidabile scuoteva l’atmosfera.

Erano scoppiati i serbatoi dell’aria liquida o la macchina? Non potè saperlo. Udì vagamente un tonfo seguito da un grido, poi si sentì sprofondare e coprire da un’onda spumeggiante.

Quando, ancora stordito da quell’improvviso capitombolo e ancora abbagliato da quella luce che per poco non gli aveva abbruciato gli occhi, tornò alla superficie, lo Sparviero era scomparso!

— Per le steppe del Don! — esclamò. — È saltato in aria o l’uragano l’ha trascinato entro la nube nera? —

Un’onda che lo investì impetuosamente, riempiendogli la bocca d’acqua amara e salata, gli tolse, almeno pel momento, l’idea di occuparsi dei compagni.

— Pensiamo a salvare la pelle, per ora, — disse. — Poi vedremo di sapere che cosa è avvenuto dello Sparviero. Dove sono caduto? Sarà lontana la riva? Avrò molto da lottare per uscire vivo da questo lago. —

Le onde si succedevano alle onde, ora spingendolo in alto, ora precipitandolo negli abissi mobili e ora coprendolo e sballonzolandolo in tutti i versi. Anche il lago era in tempesta e non era cosa facile sottrarsi ai suoi assalti.

Rokoff era però un valente nuotatore. Si lasciò portare dalle onde e come potè si sbarazzò della sua lunga casacca, che gl’impediva di muoversi liberamente.

Era rimontato a galla, quando sentì sotto mano qualche cosa che le onde trastullavano. Credendo che fosse qualche albero o qualche oggetto caduto dallo e Sparviero», allungò le braccia e strinse un corpo umano che pareva privo di vita.

— Mille steppe! — gridò, rabbrividendo. — Qualcuno dello Sparviero?

Con uno sforzo supremo sollevò il capo dell’annegato, cercando di ravvisarlo. Proprio in quel momento un lampo vivissimo illuminò le acque del lago.

Un urlo di disperazione gli sfuggì.

— Fedoro! È morto forse? Gran Dio! No... non è possibile! —