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l’uragano di neve 213

volete? Da qual parte siete scesi in questa valle senza chiedermi il permesso e mettendo in pericolo i miei sudditi? Per poco non avete schiacciato una intera famiglia.

— È l’uragano che ci ha fatto cadere qui. Se il vento non ci avesse spinti, non saremmo discesi.

— E che cos’è quella bestia? Sarà poi una bestia?

— È la nostra casa.

— Gettata giù dal vento? E non vi siete uccisi? Siete uomini o demoni?

— Vi ho già detto che siamo degli uomini bianchi.

— Venite nella mia capanna; voglio vedere se somigliate a quelli che sono passati per di qui molti anni or sono.

— Vi consiglio di far ritirare tutti i vostri uomini e di non toccare la nostra casa. Potrebbe scoppiare e farvi saltare tutti in aria.

— Allora la vostra casa è una bestia cattiva! — esclamò il Tibetano, retrocedendo vivamente.

— Non toccatela e non farà male ad alcuno. Se ci accordate ospitalità, noi vi faremo dei regali.

— So che gli uomini bianchi sono generosi. Anche gli altri mi hanno fatto dei regali.

— A quali Europei allude? — chiese Rokoff, cui il capitano traduceva le risposte del tibetano.

— A quelli della missione Bonvalot, — rispose il comandante. — Questo selvaggio probabilmente ha veduto il principe Enrico d’Orleans, il figlio del duca di Chartres e cugino del pretendente al trono di Francia. Giacchè acconsente a offrirci ospitalità, andiamo subito nella sua capanna. Qui fa un freddo cane e non si vede a due passi di distanza.

— E il macchinista e il vostro amico? — chiese Fedoro.

— Rimarranno a guardia dello Sparviero.

— Che corrano qualche pericolo?

— Ho detto loro di montare la piccola mitragliatrice e con un simile arnese possono tenersi sicuri. D’altronde non mi pare che questi montanari abbiano intenzioni ostili. Andiamo nella casa di questo capo. —

I Tibetani, dopo aver ronzato un po’ attorno allo Sparviero, senza poter indovinare che cosa fosse, in causa della foltissima nebbia che lo avvolgeva, a poco a poco si erano dileguati. Non era rimasto che il capo, il quale continuava a infagottarsi nelle sue pelli.