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la principessa di turfan | 175 |
Lo Sparviero rasentò per alcune miglia le rive orientali, poi continuò la sua corsa verso la piccola catena dei Kuruk-tag, entrando poco dopo il mezzodì nello Sciamo occidentale, molto più sabbioso, più brullo e più pericoloso di quello orientale, in causa dei venti impetuosi che soffiano dagli elevati altipiani del vicino Tibet.
Non è però arido quanto il Sahara, avendo dei laghi di estensione considerevole, come il Lob-nor che si trova ad un’altezza di settecentonovanta metri sul livello del mare ed il Tustik-dum, ed anche un fiume di largo corso che lo attraversa dal sud al nord, il Darja, senza contarne altri minori.
Sabbie se ne vedevano dappertutto e sempre irrequiete. I venti del Tibet le sollevavano in ondate e cortine e talvolta in colonne immense, roteando su sè stesse e le cui cime toccavano di frequente anche lo Sparviero, quantunque questo si mantenesse ad una altezza di quattrocento metri.
— Come è brutto questo deserto, — disse Rokoff, che lo guardava con una certa curiosità.
— Non è allegro di certo, — rispose il capitano, che gli stava vicino, tracciando delle piccole croci rosse su una carta geografica. — In tre giorni e anche meno lo attraverseremo e ci slanceremo sugli immensi altipiani del Tibet.
— E mi pare che non faccia nemmeno caldo qui.
— Ci troviamo a milleduecento metri sul livello del mare.
— Ditemi, capitano, è vero che sulle rive dei fiumi che attraversano lo Sciamo si trova molto oro?
— Tutta l’Asia centrale e specialmente la Cina ha miniere ricchissime, forse più che l’America e l’Australia.
— E non si lavorano?
— Voi dimenticate che la Mongolìa appartiene all’impero cinese.
— E che cosa volete dire con ciò? — chiese Rokoff.
— Che il governo imperiale proibisce severamente ai suoi sudditi di lavorare sia le miniere d’oro, che d’argento e di mercurio.
— E per quali motivi?
— Per non togliere braccia all’agricoltura e anche per evitare disordini. Ogni minatore sorpreso a cercar l’oro, qui come in Cina, senz’altro viene decapitato.
— Oh! gli stupidi! Eppure la Cina non è molto ricca in fatto di monete d’oro e d’argento.