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172 capitolo ventunesimo


Immaginandosi però che gli indirizzasse delle gentilezze, rispondeva coi più amabili sorrisi e con inchini infiniti.

Il capitano intanto sorvegliava l’effetto che produceva il whisky sui quattro capi, che erano i più pericolosi con tutte quelle armi che avevano indosso. Vedendo che avevano maravigliosamente resistito a quella prima prova, sturò due bottiglie di ginepro, poi provò il brandy con grande consolazione del mandiki il quale beveva come una spugna.

Quell’acquavite vecchissima e di prima qualità, fu come un colpo di mazza anche pei capi.

— Cominciano a sentirlo, — mormorò il capitano all’orecchio di Fedoro.

— Ed il sonno li prende, — rispose questi. — Che bevitori però, questi selvaggi!

— Guardate se fuori non vi è nessuno.

— Ci saranno i servi.

— Ho regalato anche a loro delle bottiglie perchè si ubbriachino. —

Fedoro si alzò colla scusa di respirare una boccata d’aria fresca e rientrò quasi subito, dicendo:

— I servi russano presso i fuochi.

— E gli altri?

— Sono tutti nelle loro case e nelle loro tende.

— Avanti il liquore del monte Athos. —

Sturò quattro bottiglie, riempì le ciotole d’argento e le offrì ai Calmucchi dicendo al mandiki:

— Questo è il liquore che offre il mio amico dalla barba rossa ed è il migliore che si beva nella luna e nel paradiso di Budda. —

Il monaco, che già barcollava, afferrò una ciotola e la porse alla principessa, traducendole come meglio potè le parole del capitano, poi tracannò la propria d’un colpo solo.

— Questo è il nettare dell’immortalità, — barbugliò. — Si beveva sotto Gengiskan per rendere i guerrieri più formidabili.

— Aspetta un po’, vedrai come diventerai terribile, — mormorò Rokoff. — Sarai ben bravo se domani ti sveglierai. —

I capi vedendo la principessa bere l’avevano imitata, quantunque non potessero più tenersi seduti, non avendo la resistenza del mandiki.

Avevano appena vuotato le ciotole che si videro, uno dietro l’altro, accasciarsi e quindi stramazzare col corpo innanzi ed il viso in mezzo ai tondi ancora semi-pieni di pasticci e di carne.