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170 | capitolo ventunesimo |
quantunque, come buddisti, non dovrebbero cibarsi altro che di vegetali e di latticini, proibendo la vera religione di sacrificare alcun animale agli appetiti del ventre.
— Che sia la cena di nozze? — si chiese Rokoff, vedendo il monaco far cenno al capitano di seguirli nella tenda, dove già la principessa li aveva preceduti. — Vivaddio, non mi lascerò prendere in trappola. —
Il capitano gli si era in quel momento avvicinato e non sorrideva più, anzi si mostrava piuttosto preoccupato.
— Signor Rokoff, — disse con voce un po’ grave, — credo che l’aria cominci ad intorbidirsi e temo che abbiamo commesso una vera minchioneria imbarazzandoci in questa avventura che avremmo potuto evitare facilmente. Quel mandiki comincia a diventare pericoloso.
— Insiste nella sua idea di farmi sposare quella vecchia?
— Più che mai, mio caro tenente e minaccia d’impadronirsi del nostro Sparviero se non accettate.
— Volete che lo faccia scoppiare come una vescica?
— So che ne sareste capace, ma dietro di lui vi è la popolazione di Turfan, un quattro o cinquecento nomadi e tutti armati. Se ci guastano le ali od i piani orizzontali, non potremo più fuggire.
— Capirete bene che io non ho alcuna voglia di diventare principe di Turfan e tanto meno il marito di quella vecchia scopa vestita da donna.
— Non domando tanto da voi, — disse il capitano. — Non sono così pazzo da consigliarvi ad accettare.
— Che cosa volete infine da me?
— Che teniate a bada il monaco e anche la principessa, almeno fino dopo la cena. Ah se potessimo ubbriacare l’uno e l’altra!
— Non avete quel famoso liquore dei monaci del monte Athos?
— La splendida idea! — esclamò il capitano. — Accompagnate la principessa, mentre io vado a prendere delle bottiglie per loro e per noi. —
Il mandiki che non li perdeva di vista, sospettando qualche trama, vedendo che il futuro principe di Turfan rimaneva, anzi, che s’avvicinava alla vecchia col sorriso sulle labbra, non si occupò di sapere dove si recava il capitano. A lui bastava che rimanesse il cosacco e non interruppe la conversazione che aveva