Pagina:Salgari - I figli dell'aria.djvu/166

144 capitolo diciottesimo


Guardava i suoi ospiti sempre ridendo, senza però accostare alle sue labbra il suo bicchierino che rimaneva sempre pieno.

Nè Rokoff nè Fedoro vi avevano fatto caso. Quel liquore era eccellente e da veri russi, che sono i più famosi bevitori dell’Europa, ne approffittavano per digerire meglio quel troppo copioso pasto.

Rokoff soprattutto, sempre assetato come lo sono tutti i cosacchi, cacciava giù un bicchierino dietro l’altro, non stancandosi mai di lodare l’aroma di quel liquido.

— Se i frati del monte Athos ne fanno uso, non devono essere lugubri, — diceva celiando. — Se mi nominassero loro cantiniere, non so quali vuoti farei nelle loro riserve. Vi deve essere dentro dell’essenza dei famosi e antichissimi cedri del Libano. Squisito! Delizioso! Capitano, un altro bicchierino che vuoterò alla salute vostra.

— Ed un’altro a me che berrò alla buona riuscita del vostro viaggio, — diceva Fedoro, che diventava d’un’allegria strana.

— Anche dieci, — rispondeva il capitano. — Ne ho parecchie bottiglie e poi colla famosa ricetta ve ne posso fare quanto voglio.

— Quel frate era più bravo di papà Noè, — riprendeva Rokoff, i cui occhi rilucevano come quelli degli ubbriachi. — Se lo conoscessi gli bacerei la barba. Scommetto che qui c’entrano delle gocce d’acqua del Giordano.

— No, del Mar Morto, — rispondeva Fedoro, che aveva il viso acceso.

— Ma che! Saprebbe di bitume questo meraviglioso elixir! Questo deve prolungare la vita!

— Sì, Rokoff, perchè tutti i monaci del Monte Athos diventano vecchissimi. Me lo ha narrato un viaggiatore mio amico.

— Vecchissimi! T’inganni Fedoro! Non muoiono mai.

— Buono questo liquore, è vero Rokoff?

— Capitano, un’altro bicchierino ancora?

— Una bottiglia!

— Anche dieci bottiglie, Fedoro! Il capitano ha la ricetta! —

Il Comandante dello Sparviero non aveva cessato di ridere. Aveva fatto portare una seconda, poi una terza bottiglia e pareva che si divertisse immensamente dei discorsi dei suoi ospiti e che gradisse assai gli elogi fatti a quel meraviglioso liquore.

Già Rokoff e Fedoro avevano tracannato il decimo od il