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116 capitolo quindicesimo


Nel momento in cui lo Sparviero scendeva nel deserto, nessun accampamento appariva, quantunque vi fosse entrato in un luogo che ordinariamente frequentavano i nomadi Urati, che formano una delle tribù più popolose dello Sciamo.

Non si vedevano altro che numerose lepri, le quali, spaventate dall’ombra proiettata dall’aereotreno, fuggivano in tutte le direzioni, nascondendosi fra i radi cespugli che crescevano qua e là, specialmente nelle bassure.

In alto, invece, volteggiavano grossi falchi e, non meno spaventati dei piccoli corridori, s’affrettavano ad allontanarsi da quel mostro che procedeva con un rombo strano, sbattendo febbrilmente le sue immense ali.

— Che solitudine, — disse Rokoff a Fedoro. — Sono tristi le steppe del Don e del Caspio, ma anche questo deserto non è allegro, in fede mia. Si vedessero almeno degli accampamenti!

— Non desiderarli, Rokoff, — rispose Fedoro. — Se ci scorgono non mancheranno di darci la caccia e di perseguitarci accanitamente.

— Non potrebbero resistere a lungo a una simile corsa.

— Non dico di no, tuttavia è meglio che si tengano lontani. Sono meglio armati dei tartari, comperando fucili dai russi di Kiathta e una palla può raggiungerci.

— Sono lontani questi laghi di Caracorum?

— Se continuiamo ad avanzare con questa velocità, vi giungeremo prima di domani sera.

— Che il capitano abbia qualche appuntamento in quel luogo?

— Colle trote forse?

— Uhm! Vedremo se saranno trote, mio caro Fedoro. Questa volata verso il nord mi è sospetta.

— Verso il nord-ovest, — corresse il negoziante di the, gettando uno sguardo su una bussola situata presso la prora.

Mentre si scambiavano i loro pensieri, lo Sparviero continuava la sua corsa indiavolata, lottando senza fatica contro il gelido vento che soffiava dalla non lontana Siberia.

Si era elevato fino a quattrocento metri e di quando in quando deviava ora a destra e ora a sinistra, come se il capitano cercasse un luogo acconcio per discendere.

Vedendo finalmente delinearsi all’orizzonte una piccola catena di alture, puntò verso di essa, spingendo la velocità