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il deserto di gobi | 115 |
— E dove andiamo ora? — chiese Rokoff.
— Siamo a poche miglia dal deserto e vi ho promesso di farvi assaggiare le trote dei laghi di Caracorum.
— Andiamo a pescare le trote, purchè poi pieghiamo verso il sud-ovest.
— A suo tempo cambieremo rotta; per ora è impossibile.
— E chi ve lo impedisce, capitano?
— Un motivo che non vi posso comunicare e che non vi riguarda. Vi ho promesso di condurvi in Europa o in India e manterrò la parola e questo deve bastarvi. Macchinista, puoi preparare la cena, mentre io prendo il timone.
— Dove vuole trascinarci quest’uomo, — chiese Rokoff a Fedoro, quando furono soli.
— Lasciamolo fare, — rispose il russo. — Noi non abbiamo il diritto d’immischiarci nei suoi affari. D’altronde un giorno conosceremo il motivo di questa sua corsa misteriosa attraverso il deserto. Gli occhi li abbiamo anche noi per vedere. —
Il deserto cominciava. Oltrepassata una piccola catena di montagne che limita verso il nord il bacino dell’Hoang-ho, lo Sparviero era sceso sopra una sterminata pianura priva di vegetazione e coperta di sabbia in gran parte riparata da un fitto strato di neve.
Era il principio dello Sciamo o meglio del Gobi, il Sahara dell’Asia centrale, che occupa buona parte della Mongolìa e che forma come una barriera fra la Siberia meridionale e l’Impero cinese propriamente detto.
Non è veramente un deserto arido, come quello africano, e nemmeno così infuocato, anzi d’inverno è freddissimo in causa dei venti gelati che soffiano dalla vicina Siberia e delle nevi che cadono abbondantemente in novembre, dicembre e gennaio.
Se ha dei vasti tratti sabbiosi, ha pure delle steppe dove l’erba cresce molto alta, poi dei corsi d’acqua quali l’Urangu, lo Zankin, l’Oukom e il Kerulen, oltre a parecchi piccoli laghi, sempre ricchi d’acqua.
Esso va dalla catena dei Grandi Altai che giganteggia verso l’ovest a quella del grande Chingan che corre verso l’est, ed è popolato da numerose tribù nomadi che allevano cavalli, cammelli e montoni in gran numero; però al pari dei terribili tuareg del Sahara, si dedicano anche al ladroneggio, taglieggiando e saccheggiando le carovane.