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i mangiatori d'oppio 97

li appendono ai rami. Gl’insetti non tardano a svilupparsi e coprono tronchi, rami e foglie d’uno strato di cera purissima.

— E come si fa a raccoglierla? — chiese Rokoff. — Non mi sembra cosa facile staccarla.

— Invece è un’operazione facilissima. Tagliano i rami e li tuffano nell’acqua bollente finchè la materia si sia sciolta.

— Furbi questi cinesi!

— Ah!... Vedete!... Non mi ero ingannato!... I raccoglitori sono già venuti qui ed hanno lasciato anche una barca. —

In mezzo ai canneti, legata al tronco d’una pianta, si scorgeva un piccolo pan-mi-ting, barchetta assai stretta, a punta rialzata, usata per lo più pel trasporto del riso.

Era molto vecchia, coi bordi mezzo consunti dall’azione dei remi, tuttavia ancora in grado di poter compiere la traversata del fiume senza correre il pericolo di affondare.

— Se hanno lasciato qui questa barca, vi devono essere degli abitanti sulle rive, — disse il capitano. — Signori miei, mi rincresce assai, ma non potrò permettervi di cacciare su questo isolotto. Desidero che tutti ignorino che qui si riposa il terribile drago.

— Andiamo nei boschi, — disse Rokoff. — La corrente non è molto impetuosa in questo luogo. Così esploreremo le vicinanze e ci accerteremo se qualche pericolo ci minaccia. —

Il capitano rimase qualche istante silenzioso, esitando fra l’accettare la proposta o respingerla, poi disse:

— Non sono che le dieci, quindi c’è tempo per fare la colazione. Sapete condurre una scialuppa?

— Il Don mi era familiare, — rispose il cosacco, — e pochi sapevano condurre una barca meglio di me.

— Imbarchiamoci.

— E il macchinista non s’inquieterà per la nostra assenza? — chiese Fedoro.

— Non occupatevi di lui, — rispose il capitano. — Lavorerà più tranquillo. —

Raggiunsero la piccola imbarcazione, la quale era fornita di due paia di remi e vi balzarono dentro, tagliando l’ormeggio.

Rokoff la spinse subito al largo, e arrancando vigorosamente, si diresse verso la sponda destra, che era coperta da giganteschi alberi, intorno ai quali volteggiavano bande di corvi e di bellissime e grasse gen-gang, ossia anitre mandarine, assai stimate dai buongustai cinesi.