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95 i drammi della schiavitù


scosse dolorose. V’erano certi momenti che si inclinava tanto, che il suo bompresso sferzava le onde e le grue tuffavano la chiglia delle scialuppe in acqua.

Il secondo, che malgrado tutto era un valente uomo di mare, approfittava di quella calma momentanea per prepararsi a far fronte all’uragano, che rumoreggiava all’orizzonte.

Dopo d’aver fatto imbrogliare i pappafichi ed i contropappafichi e di aver fatto terzaruolare le vele di trinchetto, di parrocchetto, di maestra, e la gran gabbia, si era affrettato a far legare solidamente i pezzi d’artiglieria, che potevano sfondare i fianchi della nave, a raddoppiare i cavi delle imbarcazioni sospese alle grue ed a rinforzare parte delle manovre fisse, paterazzi e sartie.

Egli sentiva per istinto che un grave pericolo minacciava la Guadiana e che quella calma non doveva tardare a rompersi.

Infatti, verso la mezzanotte, i primi soffi di vento cominciarono a giungere; erano raffiche violentissime, che venivano ora dal nord ed ora dal sud, le une dietro alle altre, con brevissimo intervallo. Le nubi, che ormai avevano invaso tutta la volta celeste, s’aprirono bruscamente come se fossero state lacerate da un vento furioso e si abbassarono come se volessero appoggiarsi sui flutti dell’Atlantico.

La Guadiana, colla velatura ridotta, fuggiva ora colle mure a babordo, salendo e scendendo i cavalloni che l’assalivano da ogni parte con tremendi muggiti. La sua velocità aumentava di minuto in minuto col crescere delle raffiche che sibilavano e stridevano attraverso all’attrezzatura, facendo crepitare le vele che erano enormemente gonfie.

Ad un tratto, nella profonda oscurità, si vide improvvisamente brillare un punto luminoso.

– Ohè! – gridò il mastro che era a prua. – Attenti che abbiamo una nave dinanzi!... Bada, timoniere! Ci taglia la via!...

Una gran nave, probabilmente un transatlantico, era improvvisamente sorta fra le tenebre e si avanzava, spinta dal vento furioso, minacciando di tagliare il passo alla Guadiana o di farsi sventrar da un colpo di sperone.

– Ohè!... della nave!... – gridò Hurtado.

Senza dubbio i muggiti delle onde ed i fischi del vento impedirono alla sua voce di giungere fino ai vascello, poichè questo, che pareva non si fosse accorto della vera rotta della Guadiana, continuò la sua via.

– Signor Kardec! – gridò il mastro, impallidendo. – Andiamo ad investire od a farci speronare!...