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93 | i drammi della schiavitù |
– Ma c’è una cosa, che non riesco a comprendere, dottore, – disse il mastro, che da qualche minuto pareva imbarazzato.
– E quale, Hurtado?
– Vorrei sapere da quale razza derivi la negra. Si dice che provenga dalla bianca, da uno dei figli di Noè, da Cam, ma a me sembra che la nostra sia così diversa da quella negra, da non credere affatto a questa diceria.
– Tu tiri in campo una grossa questione, che fu molto studiata anche da valenti scienziati. È prevalsa però l’opinione che le diverse razze umane siano uscite da un unico ceppo creato da una volontà soprannaturale.
– Lo credo anch’io, Esteban, – disse Alvaez, che prestava una profonda attenzione a quella interessante discussione.
– Derivano da Adamo ed Eva insomma, – disse il mastro.
– Sì.
– Ma come è che da due bianchi, supposto che Adamo ed Eva siano stati di tale colore, possono essere usciti i negri, i cinesi che sono gialli, i malesi che sono olivastri e gli indiani d’America che sono color del rame?
– Secondo i difensori di questa teoria, questi cambiamenti di tinte e di tipi, sarebbero avvenuti per incrociamenti, per l’azione dei climi diversi, pei modi di vivere, ecc. Infatti si è constatato che delle persone di una medesima razza possono col tempo, con nuovi incrociamenti, attraverso a nuove condizioni e sotto altri climi, trasformarsi a poco a poco e differire straordinariamente dal tipo primitivo.
In quell’istante, un tuono formidabile echeggiò sull’oceano, facendo tremare le invetriate dei sabordi del quadro di poppa.
– Oh! La gran voce! – esclamò Hurtado, scuotendosi. – Temo che passeremo una brutta notte, signori.
– In coperta, Hurtado – ordinò il capitano. – Ah! e non poterti accompagnare e guardare in faccia il pericolo! Dannata ferita!...
– Guarirai presto, Alvaez – disse il dottore. – Fra venti giorni sarai in piedi.
– Venti giorni sono l’eternità, Esteban – disse il capitano con un sospiro. – Se non avessi questa paziente infermiera, non starei di certo qui, fossi sicuro di non guarire più. Va’, Hurtado, e anche tu, dottore; a me basta la compagnia di Seghira.
Il mastro ed Esteban lasciarono la cabina e salirono sul ponte, sul quale già si trovavano tutti i marinai, pronti ad affrontare la