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74 emilio salgari


Ad un cenno del re, i quattro marinai di guardia furono rilasciati, ma col viso pesto e le vesti a brani.

– Ritorna al tuo posto, Niombo – riprese il dottore. – Nessuno più ardirà toccarti e giacchè hai spezzato le catene di schiavitù io ti proclamo, in nome del padrone, libero.

– Grazie, signore – rispose il gigante, gettando il fucile, mentre gli schiavi, ridiventati tranquilli, mormoravano con ammirazione:

– È un gran tobib.1

Poi il dottore, volgendosi verso l’equipaggio disse:

– Che nessuno tocchi questi disgraziati. È l’ordine del capitano e qui io rappresento il padrone.

Risalì in coperta seguito da mastro Hurtado e dall’equipaggio, ma appena mise il piede sulla tolda, mandò un grido di stupore.

A poppa, appoggiato con una mano alle spalle di Seghira, pallido come un cencio lavato, seminudo, ma tenendo in pugno una pistola, stava il capitano Alvaez. Malgrado la dolorosa e grave ferita, si teneva ritto e nei suoi occhi balenava un lampo di collera.

– Alvaez! – esclamò il dottore, slanciandosi verso di lui. – Quale imprudenza, disgraziato!...

– Cosa succede qui? – chiese il ferito. – Chi è che osa provocare una ribellione nel frapponte?...

– È tutto finito, Alvaez; ritorna nella tua cabina, imprudente. Vuoi ucciderti?

– Ho udito le urla di rivolta dei negri echeggiare nel frapponte – disse Alvaez. – Chi ha provocato quegli uomini? Voglio saperlo.

– Bah! È stato un colpo di frusta.

– La frusta?... Chi è che a bordo del mio legno osa frustare i miei schiavi? – gridò con collera.

– Kardec!

– Lui!...

E, vedendo il bretone che stava appoggiato alla murata di prua, fissò su di lui uno sguardo terribile, più acuto della punta d’un pugnale.

– Signor Kardec – disse con sorda rabbia. – Il padrone a bordo della Guadiana sono io!... Alla prima terra sbarcherete!...

Poi, come se avesse esaurita tutta la sua energia in quello scatto di collera, le forze improvvisamente gli mancarono e cadde fra le braccia del dottore e di Seghira, mentre dalle fasce scomposte gli usciva un getto di sangue che macchiò il ponte.

  1. Un gran dottore.